sabato 18 agosto 2018

BELLANO e l’ORRIDO


BELLANO e l’ORRIDO





Sta proprio di fronte alle finestre della casa di pietra, dinnanzi al  terrazzo, al giardino, persino dinnanzi al tavolo dove si pranza e si cena. La sera, quando le luci si accendono e si riflettono nelle acque del lago lo scenario diviene ineffabile.
Il mattino quando mi alzo e apro la finestra della camera da letto, me lo trovo davanti:  una nuvola di case bucata da un campanile svettante .
Mio papà  negli ultimi anni di vita diceva che era stanco di osservarlo, sempre lo stesso scorcio mutevole nei colori  soltanto in funzione delle stagioni.
A mia mamma era molto caro poiché da ragazza era andata a servizio dai proprietari del Cavallo Bianco che oltre all’attività commerciale avevano una nidiata di figli  dei quali lei si doveva occupare. Ricordo confusamente le sue narrazioni relative a quel periodo risalente ai primi decenni del novecento, ma ricordo bene che per lei aveva rappresentato un periodo felice.
Si era affezionata a quei bambini, soprattutto a Luigi, il maggiore, ma pure alla signora della quale mi raccontava  che a causa della taccagneria del marito, ricorreva all’espediente di  comprarsi i vestiti  identici:  sempre due abiti dello stesso modello e lo stesso colore in modo tale che li poteva alternare senza che lui se ne accorgesse.

( Bellano in provincia di Lecco, sta di fronte a San Siro provincia di Como)

Tornando  invece  a me, mi sono sempre limitata ad osservare da lontano  la nuvola bucata dal campanile svettante adagiata sul tratto di lago senza mai provare un desiderio intenso  di approfondirne la conoscenza.
Almeno fino a ieri, giorno in cui ho deciso di andare a visitare l’Orrido, il noto Orrido che le guide turistiche fanno rientrare fra le sei perle del lago.



E per raggiungere l‘Orrido, “ una gola naturale formatasi in 15 milioni di anni ( dal tempo del disgelo del ghiaccio dell’Adda) dalle acque del torrente Pioverna, che per erosione , ha scavato una gola profonda nel tratto tra Taceno in Valsassina e Bellano”,  inevitabilmente si entra nel paese.

L’ingresso dell’Orrido si trova sulla destra del tratto di scalinata restrostante la magnifica chiesa dal campanile svettante, monumento nazionale, dedicata ai santi Nazaro e Celso. 
Proprio quella che da tanti anni vedo dalla casa di pietra: la chiesa parrocchiale di Bellano, edificata dai maestri comacini nel XIV secolo che si affaccia sulla bellissima piazzetta di San Giorgio dalla quale partono diverse stradine che conducono all’interno del paese.


La visita dell’Orrido osservando ogni dettaglio, richiede una quarantina di minuti e la sua particolarità consiste  nella possibilità di percorrere un tratto della gola tramite passerelle infisse nella roccia. La montagna spaccata, l’intenso fragore delle acque, le cascate, la vegetazione lussureggiante creano un contesto davvero eccezionale.


Dopo l’Orrido una passeggiata per il paese che si affaccia sulle acque del lago di Lecco.
Viuzze strette che conducono al lungolago  sui cui lati se ne stanno assiepate case antiche dai bei cortili, alcune delle quali con grandi portoni in legno provviste di grossi chiavistelli e ovviamente
varie attività commerciali.
Viuzze che evocano i caruggi di Genova.
Bellano nel 1790  ha dato i natali al poeta e romanziere Tomaso Grossi e casualmente sono giunta davanti alla casa che lo ho visto nascere sulla cui facciata è stata affissa una lapide alla memoria dell’illustre personaggio.


Bellano, circa 3500 abitanti,  un bel porticciolo, un  lungolago apprezzabile e una festa antica che ancora si celebra.
Pesa vegia -  La festa della Pesa vegia (in italiano pesa vecchia) rievoca un fatto storico avvenuto a Bellano il 5 gennaio 1862.
In seguito all'Unità d’Italia il prefetto di Como intimò ai sindaci della provincia (a cui Bellano apparteneva) di imporre il sistema metrico decimale a partire dal 1º gennaio 1862.
I cittadini bellanesi cercarono di ottenere una proroga e inviarono quattro delegati in barca a Como per trattare.
La sera del 5 gennaio 1862 i cittadini di Bellano si assembrarono sul lungolago alla foce del  Pioverna dell'imbarcazione con i delegati e con la risposta del prefetto. Senza nemmeno attendere che l'imbarcazione fosse attraccata qualcuno gridò "Pesa vegia o pesa nova?" e i delegati risposero "Pesa vegia" e da lì l'esultanza dei bellanesi.
Con il passare degli anni la tradizione fu mutata e anziché la rievocazione originale dell'evento ora l'imbarcazione porta dei soldati spagnoli con tanto di alabarde che marciano fino alla piazza, una volta giunti lì viene letto in modo buffonesco un presunto decreto del 1666 con tanto di firma del conte di Fuentes. -   (da Wikipedia)”

La mia emozione: Giunta sul Lungolago sorprendentemente mi sono trovata dinnanzi ad un bel ristorante  sulla cui insegna stava scritto  " CAVALLO BIANCO". Il mio pensiero ovviamente è volato da mia mamma, forse ai suoi tempi era soltanto una pasticceria, ma ciò è irrilevante. 

Agosto 2018- Yvonne

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