LA RAGAZZA CON LA LEICA - HELENA JANECZEK
( Vincitore premio Strega 2018)
La vita con impegno e
coraggio la si può vivere assecondando i proprio desideri, le proprie necessità
e stabilendo delle priorità.
Mi alzo, consumo una buona
colazione, faccio una corsetta possibilmente in luoghi dove il verde predomina, mi dedico all’attività lavorativa, etc. etc. etc…..
Leggo il giornale, non
sempre la medesima testata, poiché ritengo
necessario essere informata su ciò che avviene nel mondo, ma non mi basta….
Ho bisogno dei libri perché
i libri sono bussole in un mare di
confusione.
Ovviamente non leggo
unicamente saggi, libri d’inchiesta, di psicanalisi, etc...mi diletto anche a
leggere romanzi.
L’ultimo terminato è il romanzo intitolato LA RAGAZZA CON LA LEICA,
vincitore del premio Strega 2018 , motivo questo che mi ha indotta ad
acquistarlo. Oltre al Premio Strega ha vinto il Premio Bagutta ed è entrato nella
selezione del Premio Campiello.
Io che amo leggere e mi dedico pure alla scrittura, ho ritenuto
quasi un obbligo leggerlo.
Inizio subito con il dire
che un romanzo se mi coinvolge, mi ruba anche il sonno e generalmente in pochissimo
tempo lo termino.
Ebbene LA RAGAZZA
CON LA LEICA ha cambiato collocazione più volte:
dal comodino al tavolino in soggiorno, alla borsa da spiaggia, al sedile dell’auto,
al divano e infine questa mattina, dopo più di due settimane, sono arrivata all’ultima pagina. ( 330 escluso
i Ringraziamenti)
Mi sorge persino il dubbio di
non averlo compreso appieno, ma non me la sento proprio di rileggerlo.
Sia chiaro, è indubbiamente
un bel romanzo, ma forse la presenza di molti personaggi che tutto sommato non
sono così importanti, in me ha fatto
scemare il coinvolgimento.
La storia è comunque
alquanto interessante: la protagonista principale, Gerda Taro, morta in Spagna
a soli 27 anni, la prima donna fotografa caduta su un campo di battaglia: “era
una compagna, una donna, una donna
coraggiosa e libera, molto bella e molto libera, diciamo libera sotto ogni
aspetto”.
Lei, ebrea, era fuggita dalla Germania nel momento in cui
il nazionalsocialismo dilagava e a Parigi aveva maturato il desiderio di
partire per la Spagna per documentare quella resistenza al fascismo e … a
Parigi il 1 agosto 1937 un lungo corteo funebre con bandiere rosse sventolanti,
l’accompagnava alla sepoltura. Era pure il giorno del suo compleanno.
In quel corteo, in prima
fila c’era il fotografo ungherese Robert Capa: sul suo volto era ben visibile
lo strazio, il grande dolore per quella dipartita. A Gerda aveva insegnato l’utilizzo della
macchina fotografica e con lei aveva trascorso giorni felici e delle risate. Infine
insieme erano partiti per la Guerra di Spagna.
Non mi dilungo, chi volesse
conoscere un po’ la storia di quegli anni in Europa, leggendo questo romanzo ne
trae soddisfacimento e magari incentivazione alla ricerca. Erano gli anni trenta,
la crisi economica, l’ascesa del nazismo, l’ostilità nei confronti degli
emigrati che in Francia colpiva
prevalentemente chi era ebreo e aveva
idee politiche considerate di sinistra.
Inoltre secondo me è
scritto molto bene, uno stile letterario colto che ho molto apprezzato.
Ciò che invece non ho apprezzato: in alcuni frangenti l’utilizzo di espressioni in lingua tedesca
che non ho compreso.
Dal romanzo emerge l’importanza
di uno scatto fotografico in determinati momenti della storia.
Le fotografie hanno
documentato avvenimenti, tragedie, torture senza le quali non sapremmo nulla.
Qualche stralcio
significativo
-
Ogni pentola ha
il suo coperchio o prova a trovarne uno
che si adatta
-
Mente e memoria
sono una cosa unica, l’integrità della memoria fonda l’integrità di ogni essere
umano anche tra i nomadi, non è una prerogativa dell’interiorità borghese
custodire i ricordi. Ciascuno ricorda ciò che gli serve, quel che lo aiuta a
mantenersi in sella.
-
Non si da vita
vera- o vita giusta- nella falsa
-
L’ambiente in cui era cresciuto lo aveva
avvantaggiato. Gli erano state risparmiate le ansie e le smanie della doppia
morale, le mele avvelenate in paradiso, questa menzogna originaria per fondare
il dominio dell’uomo sulla donna e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, che
deve espiare con il sudore della fronte…..
-
Un mondo
guarito dalla disuguaglianza avrebbe dovuto realizzare anche il diritto
universale al superfluo
L’autrice
HELENA JANECZEK, nata a Monaco di Baviera in una famiglia ebre-polacca, vive in Italia da oltre 30 anni. Altre sue opere: Cibo – Le rondini di Montecassino – Lezioni di tenebra .
HELENA JANECZEK, nata a Monaco di Baviera in una famiglia ebre-polacca, vive in Italia da oltre 30 anni. Altre sue opere: Cibo – Le rondini di Montecassino – Lezioni di tenebra .
Settembre 2018 - Yvonne
ottimo commento, brava come sempre
RispondiEliminaGrazie Barbara per il tempo che mi dedichi.
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