sabato 3 dicembre 2022

MILANO, città sorprendente

 

MILANO, città sorprendente



Per me che alle spalle avevo montagne, prati verdi e acque di lago, il primo incontro  non è stato troppo piacevole, anzi è stato disorientante. Sin da bambina ero desiderosa di andare oltre quei panorami ben definiti  del Lago di Como e la mia instancabile fantasia  mi aveva fatto immaginare città colorate con palazzi che sovrastavano gli alberi, ampie piazze con monumenti equestri, negozi dalle vetrine sfavillanti. Purtroppo avevo tralasciato molti dettagli, come per esempio la fitta rete di strade presenti in tutte le città,   vie spesso molto simili fra loro,  oppure la nebbia dal velo a trame cineree che confonde  e intristisce ogni cosa. Forse, a ben pensarci , al primo impatto  Milano mi ha spaventata.

Troppo grande per me che ero cresciuta in un borgo troppo piccolo.  

Come avrei potuto districarmi  in quelle vie trafficate, salire su di un tram anziché un altro o utilizzare la metropolitana che correva sotterranea, muovermi con disinvoltura fra persone frettolose che mi passavano accanto con indifferenza?

Eppure, a distanza di anni,  ho una certezza: per  MILANO provai una subitanea attrazione, forse si  trattò di un sentimento ambivalente,  una mescolanza di  curiosità e timore, ma  nel giro di  pochi mesi  ebbi  la consapevolezza che MILANO mi aveva stregata.

La frenesia di questa città, antitesi alla monotonia, si coniugava perfettamente con il mio tormento interiore, tipico della giovane età  ma mai del tutto acquietato e oggi, dopo aver visitato molte altre città del mondo, non tentenno nell’affermare che  MILANO con le sue luci e le sue ombre è la città che più amo.



Certamente  in questi ultimi anni ha subito un notevole cambiamento: i Vicoli dei Lavandai con i panni stesi sui fili ad asciugare e i capannelli di sconosciuti  fermi in piazza Duomo a conversare come fossero amici,  appartengono al passato.   L’evoluzione è tuttora in corso, forse persino a ritmo eccessivamente sfrenato giacché  avviene spesso  che  a  distanza di qualche settimana si vedono spuntare palazzi nuovi, ma secondo me  questo fenomeno  appartiene alla sua peculiarità.

Milano non è certamente una città immobile bensì è  molto dinamica: insegue il progresso, non sfugge a partecipazioni attive a grandi eventi,  è una città che corre.

Sintetizzando , ritengo comunque  appropriato  definirla  “ città sorprendente” perché  spaziando , senza  andare  troppo lontano dal centro storico ci si  trova in luoghi inattesi.



Vi sono angoli molti suggestivi che la modernità non ha contaminato : angoli di una bellezza singolare.



Oltre al Naviglio Grande e il Naviglio Pavese, itinerari d’obbligo per i turisti ,  nomino come esempio  la zona  Naviglio  Martesana,  Borgo Gorla.  Una Milano maliosa che regala l’illusione di trovarsi a chilometri di distanza dal contesto metropolitano. Una camminata in via Tofane e dintorni offre scenografie d’altri tempi:  ristoranti tipici e osterie,  case tinteggiate a colori intensi, simili a quelle dei borghi marinari, che si specchiano nelle acque, orti e giardini rigogliosi,  ville antiche come Villa Angelica o Villa Singer che venne edificata a fine ottocento per  farne una distilleria di profumi ,  persino una casa con la facciata ricoperta di piastrelle a evocare quelle portoghesi . Fra la vegetazione a bordo naviglio spicca anche un albero d’arance. Bancherelle di libri usati , antiquariato e  oggettistica varia  contribuiscono a vivacizzare lo scenario. 



 Una Milano leggermente fuori mano rispetto alle briose vie del centro storico e Citylife, ma così affascinante che la si può  solo amare. Emblematico un cartello al Borgo di Gorla  che fiancheggia il naviglio -  Percorso turistico del Municipio 2 – recante la scritta “ La piccola Parigi”. 


Novembre 2022 – Y.Pelizzari

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