MILANO, città sorprendente
Per me che alle spalle avevo montagne, prati verdi e acque di lago, il primo incontro non è stato troppo piacevole, anzi è stato disorientante. Sin da bambina ero desiderosa di andare oltre quei panorami ben definiti del Lago di Como e la mia instancabile fantasia mi aveva fatto immaginare città colorate con palazzi che sovrastavano gli alberi, ampie piazze con monumenti equestri, negozi dalle vetrine sfavillanti. Purtroppo avevo tralasciato molti dettagli, come per esempio la fitta rete di strade presenti in tutte le città, vie spesso molto simili fra loro, oppure la nebbia dal velo a trame cineree che confonde e intristisce ogni cosa. Forse, a ben pensarci , al primo impatto Milano mi ha spaventata.
Troppo grande per me che ero cresciuta in un borgo troppo
piccolo.
Come avrei potuto districarmi in quelle vie trafficate, salire su di un tram
anziché un altro o utilizzare la metropolitana che correva sotterranea,
muovermi con disinvoltura fra persone frettolose che mi passavano accanto con
indifferenza?
Eppure, a distanza di anni, ho una certezza: per MILANO provai una subitanea attrazione, forse
si trattò di un sentimento ambivalente, una mescolanza di curiosità e timore, ma nel giro di
pochi mesi ebbi la consapevolezza che MILANO mi aveva
stregata.
La frenesia di questa città, antitesi alla monotonia, si coniugava perfettamente con il mio tormento interiore, tipico della giovane età ma mai del tutto acquietato e oggi, dopo aver visitato molte altre città del mondo, non tentenno nell’affermare che MILANO con le sue luci e le sue ombre è la città che più amo.
Certamente in questi
ultimi anni ha subito un notevole cambiamento: i Vicoli dei Lavandai con i
panni stesi sui fili ad asciugare e i capannelli di sconosciuti fermi in piazza Duomo a conversare come
fossero amici, appartengono al
passato. L’evoluzione è tuttora in corso, forse persino
a ritmo eccessivamente sfrenato giacché avviene
spesso che a distanza di qualche settimana si vedono
spuntare palazzi nuovi, ma secondo me questo
fenomeno appartiene alla sua
peculiarità.
Milano non è certamente una città immobile bensì è molto dinamica: insegue il progresso, non
sfugge a partecipazioni attive a grandi eventi, è una città che corre.
Sintetizzando , ritengo comunque appropriato definirla “ città sorprendente” perché spaziando , senza andare troppo lontano dal centro storico ci si trova in luoghi inattesi.
Vi sono angoli molti suggestivi che la modernità non ha contaminato : angoli di una bellezza singolare.
Oltre al Naviglio Grande e il Naviglio Pavese, itinerari d’obbligo per i turisti , nomino come esempio la zona Naviglio Martesana, Borgo Gorla. Una Milano maliosa che regala l’illusione di trovarsi a chilometri di distanza dal contesto metropolitano. Una camminata in via Tofane e dintorni offre scenografie d’altri tempi: ristoranti tipici e osterie, case tinteggiate a colori intensi, simili a quelle dei borghi marinari, che si specchiano nelle acque, orti e giardini rigogliosi, ville antiche come Villa Angelica o Villa Singer che venne edificata a fine ottocento per farne una distilleria di profumi , persino una casa con la facciata ricoperta di piastrelle a evocare quelle portoghesi . Fra la vegetazione a bordo naviglio spicca anche un albero d’arance. Bancherelle di libri usati , antiquariato e oggettistica varia contribuiscono a vivacizzare lo scenario.
Una Milano leggermente fuori mano rispetto alle briose vie del centro storico e Citylife, ma così affascinante che la si può solo amare. Emblematico un cartello al Borgo di Gorla che fiancheggia il naviglio - Percorso turistico del Municipio 2 – recante la scritta “ La piccola Parigi”.
Novembre 2022 – Y.Pelizzari
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