giovedì 24 dicembre 2020

SORIANO - I borghi di SAN SIRO ( Lago di Como)

 

SORIANO

Da Rezzonico la strada  carrozzabile  lascia il lago alle spalle  e si rivolge verso la montagna: dolci  e ripide salite, curve, alcune  strette che richiedono attenzione particolare per chi non le percorre abitualmente, altre un pochino più ampie. Una strada serpeggiante che cerca  di sfiorare tutte le frazioni. Addentrarsi nel centro dei borghi  è praticamente impossibile, se non attraverso le antiche mulattiere ossia quei viottoli con fondo naturale o acciottolato, realizzati  per  essere percorsi solo a piedi e con muli o altri animali da  soma, e che corrono fra gli usci delle case celando spesso  angoli  sorprendentemente incantevoli.

Ieri,  dopo alcune settimane di limitazioni per effetto covid 19, a piedi, mi sono allontanata da casa: ho percorso un buon tratto di carrozzabile,   sono andata oltre la frazione di Marena,  un poco oltre il cartello recante la scritta Soriano e ad un tratto mi sono trovata  a circa  metà di un’ampia curva,  dinnanzi a una lunga e irta scalinata .


Mi sono fermata un attimo. In questo tempo di  "consigliato" distanziamento sociale , viene quasi naturale parlare a sé stessi ed io mi sono detta che  quella era proprio bella quella scalinata. Salendo, sul lato sinistro ci sta la ringhiera di protezione mentre il lato destro è delimitato da un muro di pietre ingentilito d’ ascendenti cespugli floreali che in tempo di fioritura sono alquanto scenografici. Ebbene:  la carrozzabile  meno faticosa da percorre, ai miei occhi è apparsa anonima mentre la scalinata, metaforicamente una vita in salita, mi ha invitataCol pensiero sono andata a ritroso: il percorso della mia vita sempre in salita,  a volte affannata  e,  non ho resistito: ho abbandonato la carrozzabile e gradino dopo gradino sono arrivata in cima alla scalinata. Oltre:  Soriano. Sono passata sotto un bel portico sovrastante il quale ci sta un ampio balcone appartenente ad un'abitazione , ho raggiunto la cappelletta votiva  ben ordinata e, rimaneggiata rispetto al ricordo di quando  io ero una ragazzina. Appena dopo la cappelletta,  il lavatoio, immancabile in ogni borgo di San Siro.

Questo di Soriano  è del tutto funzionante con l’acqua dentro la vasca ed è particolarmente scenografico poiché ci sono ancora degli abitanti che lo abbelliscono posizionando  qua e là vasi di fiori. 

Poco oltre,  una bella casa di recente ristrutturazione con le facciate tinteggiate in giallo che testimonia l’antico cuore del borgo ovvero,  l’osteria del Giovan (parpai ) e la Cesira, dove  un tempo gli  uomini si ritrovavano alla domenica per la partita a bocce . E coloro che non giocavano a bocce consumavano il tempo libero giocando a carte oppure a morra sempre in compagnia del fiasco di vino. Non solo, l'Osteria del Giovan e la Cesira negli anni sessanta si erano ammodernato con l'acquisto del televisore che  in occasione di eventi straordinari come ad esempio il Festival di Sanremo, fungeva da richiamo anche  per gli abitanti  di altre frazioni, come per esempio quelli di Marena.   



Ho proseguito fino a raggiungere l’ultima casa del borgo dopo la quale c’è soltanto il bosco che diviene  di anno in anno sempre più folto. Una casa dalle facciate rosa, credo le abbia sempre avute rosa poiché non riesco a ricordala diversamente.

Ho violato la proprietà, ho spinto il cancelletto privo di chiavi e sono salita sul terrazzo da cui si gode una visuale impareggiabile del lago.

La ricordavo bene quella visuale poichè qui ci abitava Nadia, con la quale ho condiviso gli anni delle scuole superiori  e  scambiato le confidenze dei primi scompigli di cuore.  Questa casa non è completamente solitaria poiché una parete portante è in comunione con un’altra casa, in pietra,  un tempo di  proprietà del postino delle frazioni basse del comune di San Siro. Un postino scrupoloso e solerte che ritengo sia ancora presente nei ricordi di molti:  Difendente  di nome, ma da tutti chiamato Denti . Aveva un occhio solo, ma non commetteva errori come accade frequentemente, ad ognuno consegnava la propria corrispondenza consapevole che le lettere in quegli anni erano portatrici di grandi emozioni.




Mi sono poi addentrata nel borgo, fra le case dalle mura di pietra.

Stradine strette strette, una piccola fontana, un profondo silenzio interrotto soltanto dallo scorrere del piccolo rio e poi  fiori ovunque.

Vasi di fiori , alcuni improvvisati,  contenitori  che hanno subito un cambio d’uso, a creare  un contesti singolari.

E queste case di pietra, autentiche appartenenti al borgo originario, sono  la testimonianza di un tempo quasi dimenticato poiché anche Soriano come molti altri borghi si è  rinnovato e ampliato con nuove costruzioni, belle case grandi,  confortevoli , moderne che fiancheggiano la carrozzabile. Case che potrebbero essere collocate ovunque.

Soriano, una delle tante frazioni di SAN SIRO, il paese che ho racchiuso nel mio romanzo.


Maggio 2020- Yvonne

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