ISOLA COMACINA
Un’isola dalle dimensioni di una grande nuvola, in un contesto paesaggistico di straordinaria bellezza ( Lunghezza 600 metri – larghezza 200 metri) appartenente al comune di Ossuccio.
Un sentiero sinuoso si snoda fra alberi imponenti e permette di percorrerla in tutto il suo perimetro. E nel mezzo, nel punto più alto si erge una chiesetta tutta bianca, la seicentesca chiesa di San Giovanni con affreschi e stucchi databili tra il 1800 e 1900, un altare intarsiato a scagliola in marmo di Varenna e dietro, sotto il pavimento, sono visibili resti di un colonnato di marmo dell’epoca romana.
Per me, sempre smaniosa di viaggiare alla scoperta del
mondo, amante di quei borghi poco noti, quelli
che io definisco “ splendidi lembi” oggi
è stata una grande rivelazione scoprire
che proprio a pochi passi dal mio paese, 15 minuti
in auto , c’è questo luogo considerato uno dei siti archeologici più
belli dell’Italia settentrionale per
l’Altomedioevo.
Ma a dire il vero l’isola è rimasta per anni addormentata, silenziosa, accarezzata dalle onde nei giorni ventosi : un breve risveglio, un sola volta , sempre nello stesso mese, Giugno , per la sagra di San Giovanni quando il bailamme e le luci abbaglianti dei fuochi pirotecnici spaccavano il cielo e interrompevano la calma che vige abitualmente in tutta la zona circostante. Finita la festa, il sonno riprendeva il corso naturale.
Infatti è soltanto a seguito degli scavi effettuati durante il secolo
scorso che è emerso un palinsesto
archeologico che risale all’epoca romana del XVI secolo di notevole interesse.
Dalle informazioni avute in loco, la riqualificazione dell’intero territorio dell’isola Comacina compreso il recupero resti archeologici è terminato un paio di anni fa e da poco è iniziata la campagna pubblicitaria per incentivare il turismo.
In particolare, nel dicembre 2010, in occasione delle feste natalizie è stato allestito sull’isola un presepe con capanne in legno dalle dimensioni d’uomo, raffiguranti la varie scene relative alla Natività e dislocate lungo il viale che dal pontile porta alla chiesa, denominata la Via del Poeta. Una serie di alberi innevati artificialmente , di cui alcuni ritengo siano stati collocati per l’evenienza, contribuiscono a rendere l’insieme quasi fiabesco. Questo ambiente rimane allestito fino all’8 febbraio ed è raggiungibile tramite un traghetto che parte da OSSUCCIO.In altri periodi l’Isola Comacina è raggiungibile tramite imbarcazioni apposite che partono da Sala, il borgo situato sulla terra ferma antistante l’isoletta.Davvero una meta da prendere in seria considerazione per trascorrere anche soltanto un pomeriggio diverso immersi fra ARTE, ARCHEOLOGIA, NATURA e STORIA.
Come si può ben immaginare dall’isola si possono godere scorci panoramici mozzafiato con i paesi disseminati lungo la costa che tuffano le proprie immagini nelle acque.
Dall’Isola inoltre è ben visibile il Sacro Monte di Ossuccio con il SANTUARIO MADONNA DEL SOCCORSO, un complesso di edifici religiosi risalente alla prima metà del Cinquecento: un’oasi di pace e conforto spirituale, patrimonio universale dell’Unesco.
STORIA
Quest’isola quasi sconosciuta a molti , è luogo ricco di storia e tradizioni. Un passato di gloria e benessere e teatro di cruente battaglie fra milanesi e comaschi. L’Isola schierata con Milano venne rasa al suolo nel 1169 dai comaschi alleati con Barbarossa il quale decretò che non potesse più essere fortificata e così per molto tempo rimase in solitudine immersa nelle acque del lago. Nel 1917 divenne poi proprietà del Re del Belgio Alberto I, il quale nel 1919 la donò al governo italiano che a sua volta incaricò l’Accademia di Brera di tutelarne il territorio. Nel 1939 Pietro Lingeri un architetto nativo della zona e brillante esponente del razionalismo italiano, si occupò della progettazione delle 3 case che avrebbero dovuto a far divenire l’isola una colonia per artisti. Inoltre l’Isola Comacina fu tra i più importanti nuclei religiosi della diocesi comasca con la presenza di ben 7 chiese tra le quali la più importante fu la Basilica di S.Eufemia dell XI secolo.
Il Palinsesto
Archeologico della Comacina
Le opere di
scavo effettuate nel corso del 1900, inizialmente
grazie all’interesse di Ugo Monnet de
Villard ( archeologo) hanno fatto emergere i resti della Basilica di S.Eufemia
di cui sono ben visibili la divisione a tre navate e tre absidi. Negli anni ,
fra il 1958 e il 1978, altre campagne di scavi portarono alla luce numerosi
resti architettonici per lo più paleocristiani e altomedievali insieme ad una
notevole quantità di reperti mobili facendo divenire l’isola Comacina uno dei
siti archeologici più straordinari dell’Italia settentrionale per
l’Altomedioevo.
Gennaio 2011- Revisione 2020 - Yvonne
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