ISOLA COMACINA
Ho scoperto un angolo di Lombardia davvero speciale e neppure irraggiungibile: il cuore del lago
di Como. Un’ isola, senza case abitate,
senza auto e senza frastuono. Solenne
silenzio e minuscole spiagge, dove
cercare sé stessi, meditare sul senso dei nostri
giorni senza senso, un angolo dove la
voce dell’anima può urlare senza disturbare e la natura chiede
soltanto di essere contemplata e rispettata. Un angolo
dove raccogliere qualche goccia
di energia che ci permetta di affrontare la frenesia del nostro vivere
quotidiano o semplicemente un angolo
per innamorati desiderosi di trovare un
riparo dalla confusione e libertà per dolci effusioni
e una bella cena
sull’ampio terrazzo dell’unico ristorante, La locanda dell’isola ,
preludio ideale per un epilogo passionale.
Un’isola dalle dimensioni di una grande nuvola, in un
contesto paesaggistico di straordinaria bellezza ( Lunghezza 600 metri –
larghezza 200 metri) appartenente al comune di Ossuccio.
Un sentiero sinuoso si snoda fra alberi imponenti e permette di percorrerla in tutto il suo
perimetro. E nel mezzo, nel punto più alto si erge una chiesetta tutta bianca, la seicentesca
chiesa di San Giovanni con affreschi e stucchi databili tra il 1800 e
1900, un altare intarsiato a scagliola
in marmo di Varenna e dietro, sotto il pavimento, sono visibili
resti di un colonnato di marmo dell’epoca romana.
Per me, sempre smaniosa di viaggiare alla scoperta del
mondo, amante di quei borghi poco noti, quelli
che io definisco “ splendidi lembi” oggi
è stata una grande rivelazione scoprire
che proprio a pochi passi dal mio paese, 15 minuti
in auto , c’è questo luogo considerato uno dei siti archeologici più
belli dell’Italia settentrionale per
l’Altomedioevo.
Ma a dire il vero
l’isola è rimasta per anni addormentata, silenziosa, accarezzata dalle onde nei
giorni ventosi : un breve risveglio, un
sola volta , sempre nello stesso mese, Giugno , per la sagra di San Giovanni quando il bailamme e le luci abbaglianti dei fuochi pirotecnici spaccavano il cielo e interrompevano la calma
che vige abitualmente in tutta la zona
circostante. Finita la festa, il sonno riprendeva il corso naturale.
Infatti è soltanto a seguito degli scavi effettuati durante il secolo
scorso che è emerso un palinsesto
archeologico che risale all’epoca romana del XVI secolo di notevole interesse.
Dalle informazioni avute in loco, la riqualificazione
dell’intero territorio dell’isola Comacina compreso il recupero resti archeologici è terminato un
paio di anni fa e da poco è iniziata la
campagna pubblicitaria per
incentivare il turismo.

In particolare, nel dicembre 2010, in occasione delle feste
natalizie è stato allestito sull’isola un
presepe con capanne in legno
dalle dimensioni d’uomo, raffiguranti la
varie scene relative alla Natività e dislocate
lungo il viale che dal pontile porta
alla chiesa, denominata la Via del Poeta. Una serie di alberi innevati
artificialmente , di cui alcuni ritengo siano stati collocati per l’evenienza, contribuiscono a rendere l’insieme quasi
fiabesco. Questo ambiente rimane allestito fino all’8 febbraio ed è
raggiungibile tramite un traghetto che parte da OSSUCCIO.In altri periodi l’Isola
Comacina è raggiungibile tramite imbarcazioni apposite che partono da
Sala, il borgo situato sulla terra ferma antistante l’isoletta.Davvero una meta da prendere in seria considerazione per
trascorrere anche soltanto un pomeriggio
diverso immersi fra ARTE,
ARCHEOLOGIA, NATURA e STORIA.
Come si può ben immaginare dall’isola si possono godere
scorci panoramici mozzafiato con i paesi disseminati lungo la costa che tuffano le proprie immagini nelle acque.
Dall’Isola inoltre è ben visibile il Sacro Monte di Ossuccio
con il SANTUARIO MADONNA DEL SOCCORSO, un complesso di edifici religiosi
risalente alla prima metà del Cinquecento:
un’oasi di pace e conforto spirituale, patrimonio universale dell’Unesco.
STORIA
Quest’isola quasi sconosciuta a molti , è luogo ricco di
storia e tradizioni. Un passato di gloria e benessere
e teatro di cruente battaglie fra
milanesi e comaschi. L’Isola schierata con Milano venne rasa al suolo nel 1169 dai comaschi alleati
con Barbarossa il quale decretò che non potesse più essere fortificata e così per molto tempo rimase in solitudine immersa
nelle acque del lago. Nel 1917 divenne poi proprietà del Re del Belgio Alberto
I, il quale nel 1919 la donò al governo
italiano che a sua volta incaricò
l’Accademia di Brera di tutelarne il territorio. Nel 1939 Pietro Lingeri un
architetto nativo della zona e brillante esponente del razionalismo italiano,
si occupò della progettazione
delle 3 case che avrebbero
dovuto a far divenire l’isola una
colonia per artisti. Inoltre l’Isola Comacina
fu tra i più importanti nuclei religiosi della diocesi comasca con la
presenza di ben 7 chiese tra le quali la più importante fu la Basilica di
S.Eufemia dell XI secolo.



Il Palinsesto
Archeologico della Comacina
Le opere di
scavo effettuate nel corso del 1900, inizialmente
grazie all’interesse di Ugo Monnet de
Villard ( archeologo) hanno fatto emergere i resti della Basilica di S.Eufemia
di cui sono ben visibili la divisione a tre navate e tre absidi. Negli anni ,
fra il 1958 e il 1978, altre campagne di scavi portarono alla luce numerosi
resti architettonici per lo più paleocristiani e altomedievali insieme ad una
notevole quantità di reperti mobili facendo divenire l’isola Comacina uno dei
siti archeologici più straordinari dell’Italia settentrionale per
l’Altomedioevo.
Gennaio 2011- Revisione 2020 - Yvonne