giovedì 9 luglio 2020

LUCENA - I Borghi di SAN SIRO - Lago di Como

LUCENA - “Cuore di pietra” -  I borghi di San Siro
Dopo Soriano e Gallio oggi ho raggiunto LUCENA, la località che qualche anno fa, mentre stavo scrivendo Il mio Paese dentro un romanzo, avevo definito “ il borgo dal cuore di pietra” perché ero rimasta particolarmente affascinata dal centro del borgo con la sua bella piazzetta contornata da alte case in pietra a vista, ben conservate.
Oggi ho avuto un’impressione ben diversa rispetto al passato, ma forse si tratta di un’impressione ingannevole considerando che stiamo lasciando alle spalle un lungo periodo di limitazioni in cui gli spostamenti erano consentiti solo per motivi di conclamata necessità e, conseguentemente in molti casi, la manutenzione di case e strade è stata sospesa.
Il territorio di Lucena è assai ampio e lascia supporre che un tempo, proprio come Gallio, fosse molto popoloso. La conformazione è quella tipica dei borghi montani ossia le case si ergono su un declivio, nel caso specifico, dominate da una chiesetta solitaria disturbata soltanto dal fragore delle acque saltellanti del torrente che le scorre accanto.
La posizione encomiabile consente di godere di un’ampia vista del lago oltre che a permettere a LUCENA di essere lungamente baciato dal sole che s’alza proprio di fronte .
Non ho idee circa l’etimologia del nome: non escluderei qualche riferimento alla luce, ma in questo contesto è irrilevante perché a Lucena ci sono andata unicamente per scoprire i mutamenti conseguenti allo scorrere del tempo.
Le case originarie, quelle con larghe mura di pietra sono quasi tutte ben conservate.
Nel cuore del borgo fortunatamente non ci sono costruzioni recenti : la mancanza di spazio edificabile ha favorito la conservazione delle origini.
Sottostante la piazzetta l’immancabile lavatoio, coperto, in modo tale da essere utilizzato anche nei giorni di pioggia, è ben conservato ancora con l’acqua dentro la vasca.
Per le vie del borgo, da percorrere unicamente a piedi, o tutt’al più in groppa ad un asino o ad un mulo come avveniva molti anni fa quando gli animali da soma erano gli unici mezzi di trasporto, si possono apprezzare le tipiche fontanelle dove con i secchi , si andava a prendere l’acqua per uso domestico, nei tempi in cui le case erano prive d’impianto idraulico.
La festa patronale di Lucena, negli anni sessanta-settanta si celebrava l’8 dicembre nel giorno dell’Immacolata Concezione ed era davvero una “grande festa” che richiamava gli abitanti di tutte le altre frazioni di San Siro e non solo. Terminato il rito della santa messa, dinnanzi alla piccola chiesa avveniva l’incanto dei canestri ( torte, salami, formaggi ) oltre alla pratica di diversi giochi popolari come il tiro alla fune o l’albero della cuccagna.
Il finale della festa per diversi anni era sempre lo stesso : qualche abitante del luogo metteva a disposizione una stanza che per l’occasione veniva adibita a balera. Non occorreva molto: un giradischi e molti dischi a 45 giri in vinile. Posti a sedere non erano indispensabili: bastava qualche panchina in legno addossata alle pareti. I giovani vi si affollavano e il divertimento era assicurato.
Oggi ho trovato Lucena un borgo morente, la bella piazzetta con erba troppo alta mi ha trasmesso un senso di desolazione e le numerose porte e persiane chiuse mi hanno indotta a pensare che siano tutte case vacanza e quindi abitate per brevi periodi.
Case che sicuramente conservano le storie e le emozioni degli avi che le hanno vissute e in molti casi anche costruite, ma dalle quali oggi trapela soltanto un mesto silenzio.
Ma questa non è una peculiarità di Lucena, poichè man mano che si sale verso la montagna i borghi divengono sempre meno popolati e sempre più silenziosi: pare che il richiamo delle acque sia irresistibile ed è verosimile che in molti si siano trasferiti nelle frazioni più basse, quelle che fiancheggiano il lago, attraversate dall’antica strada Regina.
Effettivamente ai giorni nostri la vita quotidiana in questi borghi può rivelarsi faticosa per l’assenza della strada carrozzabile, ma ritengo che queste antiche case in materiali naturali rilasciano a chi le vive una maggiore quantità di energia positiva rispetto alle case moderne la cui storia deve essere ancora creata.
LUCENA è bello? Direi proprio di si, la mulattiera sottostante la chiesetta con abbondante bordatura floreale delimitata da un muro simile a un giardino verticale regala agli occhi uno spettacolo delizioso. Le case grigie , dall’altezza diseguale, addossate l’una l’altra che osservate dall’alto esibiscono prevalentemente i tetti, sono colpi d’occhi molto singolari.
Il torrente a piccole cascate sovrastato dal ponte è un angolo molto caratteristico.

Non da ultimo, camminando senza meta ho intrapreso un viottolo fra le case, oltre il torrente, che mi condotta fuori dal borgo nella direzione dei boschi ed ho visto un bel appezzamento di terreno coltivato ad ulivi, segno evidente che il sole bacia Lucena lungamente e il clima è idoneo alla maturazione delle olive.
Io amo percorrere strade, stradine e sentieri ombrosi delle frazioni di SAN SIRO che non obbligatoriamente evocano la mia infanzia, poiché a quell’età non avevo molte occasioni di allontanarmi da Marena e quando accadeva, gli occhi di bimba non catturavano certi dettagli. Inoltre in età adolescenziale già amavo i libri e sognavo segretamente di andare altrove per cui il contesto in cui vivevo non mi pareva particolarmente attraente.
Oggi, che ho la fortuna di vivere realtà diverse, raggiungo e m’addentro con piacere in questi borghi , che definisco i gioielli di San siro, e mi soffermo, osservo , spesso scopro qualche angolo pregevole di cui ignoravo l’esistenza e infine mi diletto a cogliere sensazioni e scrivere impressioni.


17 Maggio 2020- Yvonne - ( Riproduzione vietata in mancanza di autorizzazione)

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