Sono rientrata ieri sera da
una breve vacanza nell’arcipelago delle Pelagie: ho soggiornato a Lampedusa, un’isola
inenarrabile poiché nessuna descrizione
le renderebbe giustizia.
L’estremo Sud d’Europa, la
Porta d’Europa appunto, materializzata dall’artista Mimmo Paladino nel 2008,
collocata tra cala Spugne e Porto vecchio. Opera dedicata a tutti i migranti
che hanno perso la vita nel Mediterraneo.
Lampedusa, l’estremo sud
dello stivale, l’isola di cui tanto se ne parla nei telegiornali e spesso indegnamente
tanto da trasmettere al visitatore che la raggiunge l’impressione d’aver
sbagliato meta.
Lampedusa è davvero un’isola seducente che accoglie con calore, semplicità, apparente
ingenuità e il turista dopo aver percorso soltanto pochi passi in via
Roma si sente a casa: una casa la cui
porta è aperta a tutti .
Via Roma, lunga forse
neppure un chilometro rappresenta il punto nodale delle vita isolana: tutto
avviene in questo tratto di strada ai cui lati si assiepano locali tipici,
ristoranti, bar, negozi.
Qui la conversazione scaturisce naturalmente ad ogni angolo senza
la necessità di conoscere il nome dell’uno o dell’altro.
I negozianti sono più che affabili e s’intuisce che la disponibilità e la
cordialità in loro è innata e non rigorosamente doverosa.
In fondo alla via, dinnanzi
al museo archeologico si apre un ampio spiazzo dal quale si gode l’intera
panoramica del porto vecchio e del porto nuovo sui quali svetta la statua della
Madonna di Porto Salvo protettrice dei naviganti e quasi certamente, incredibilmente s’incontrerà qualche
lampedusano che si prodigherà nelle narrazioni delle traversie storiche che nei
secoli hanno coinvolto l’isola.
Al crepuscolo immagini maliose,
delicate regalano vibrazioni di cuore, fremiti e la
vista inevitabilmente si abbandonerà alla contemplazione.
Godere del piacere che la bellezza propaga a Lampedusa è
possibile.
E nel mentre che con
la macchina fotografica cercavo di
catturare immagini fuggevoli, un anziano signore senza che nulla gli chiedessi
si è avvicinato e ha iniziato il suo
racconto alquanto affascinante : una leggenda risalente ai tempi antichi vuole che il comandante della nave Dusa a causa di un temporale
violentissimo fu costretto a cercare riparo su questo lembo di territorio staccatosi dall’Africa. Lampi spaventosi
saettavano nel cielo mandando in frantumi la notte e spargendo timore e
preoccupazione. Soltanto dopo un tempo indefinito la burrasca esaurì la sua
forza e l’equipaggio della Dusa miracolosamente rimase indenne. Da quell’evento
il territorio senza nome, il frammento d’Africa, divenne LAMPEDUSA ( lampi e Dusa).
Esistono altre leggende
sull’etimologia del nome di questa magica isola, ma a dire dell’ ultra
ottantenne marinaio che in gioventù affermò di aver navigato mari di mezzo mondo, sicuramente è la
più attendibile. Proseguì poi la
narrazione con la leggenda della Madonna di Porto Salvo, protettrice
dell’isola nonché la storia della
Madonna del mare la cui statua si trova a
quindici metri di profondità dinnanzi
all’isola dei Conigli.
Gradevolissima la
conversazione con questo signore, sarei rimasta ore ad ascoltarlo, tanto da
trovare armoniosa persino l’insolita coniugazione verbale tipica degli abitanti
del luogo.
L’isola all’interno è aspra
con scarsa vegetazione se non arbusti e cespugli di macchia mediterranea che
esalano profumi inebrianti. E’ visitabile percorrendo una strada panoramica il
cui manto stradale richiede manutenzione: vi sono sentieri ben tracciati
percorribili anche a piedi ma l’ausilio di un’auto secondo me è d’obbligo.
(Sono presenti numerosi autonoleggio).
Il mare circostante ha
colori inattendibili, azzurro variegato,
tonalità intense sino a divenire blu
cobalto: colori che incantano e che donano benessere. Non credo sia un caso se il
blu cobalto in psicologia è considerato terapeutico. Io ne sono rimasta rapita.
Credo che l’azzurro Mediterraneo
sia unico.
In ogni caso, in alcuni
momenti osservando quelle acque senza confini da cui traspare una potenza
incontrastabile seppure così invitanti, un
senso d’angoscia ha interrotto le mie stasi: incredibile che un mare così bello
che nei giorni di bonaccia appare un tappeto, possa essere tanto crudele da inghiottire
bambini e donne provenienti da lontano in cerca di una vita accettabile.
Non si dovrebbe dimenticare
che se il Mediterraneo fosse un cimitero sarebbe ricoperto di croci di cui su molte
sarebbe persino impossibile scrivere un
nome.
Vi sono spiagge di sabbia
bianca come la Cala Guitgia famosa soprattutto per i grandi concerti di Claudio
Baglioni che di Lampedusa si è innamorato e possiede una villa fronte mare a
Cala Creta.
Spiaggia Isola dei Conigli |
Indubbiamente la spiaggia più bella è la Spiaggia dell’Isola dei
Conigli: una baia dalle acque cristalline e sabbia finissima dove la tartaruga
caretta caretta va a nidificare e dove Domenico Modugno volle trascorrere le
ultime ore della sua vita terrena.
E’ spiaggia libera e non c’è
nessun punto di ristoro. E’ consentito l’utilizzo di ombrelloni soltanto su un
piccolo spazio al fine di evitare eventuali danneggiamenti alle uova delle
tartarughe. Da una decina d’anni è raggiungibile
tramite un sentiero scosceso di circa un chilometro per cui la risalita può
risultare faticosa se il sole è ancora alto,
ma ciò è tollerabile: il paradiso lo si deve conquistare e non c’è
dubbio che questa baia paradiso lo è.
Non intendo dilungarmi
nella descrizione paesaggistica di Lampedusa poiché numerose sono le guide
turistiche in commercio e online e, non mi soffermo neppure sulla cucina tipica
mediterranea dai sapori unici in cui il pesce detiene pieni poteri, ma invito
ad andarci poiché solo vedendo con i propri occhi ci si può rendere conto della
sua singolarità e della magia che emana.
Visitare Lampedusa è facile
e il Santuario della Madonna di Porto San Salvo colorato di bianco e azzurro nei pressi della Spiaggia
di Cala Madonna è imperdibile. Immerso in una ricca vegetazione con piante
dalle radice aeree è contornato da grotte scavate nella roccia, alcune delle
quali fungevano da cisterna per raccolta delle acque.
Il Vallone di Cala Madonna rappresenta uno dei luoghi più suggestivi e
carichi di storia dell’Isola e l’insegna
recita che si tratta di un luogo sacro e d’incontro pacifico fra uomini di religioni e
culture diverse, dove ognuno poteva pregare il suo Dio e dove gli antichi
naviganti venivano a rifornirsi d’acqua lasciando in segno di carità un po’ di
cibo per i naufraghi e i pescatori sfortunati.
La mia compagna di viaggio
ed io che solitamente mai torniamo nello stesso luogo, atterrate all’aeroporto di
Bergamo, abbiamo deciso che l’anno prossimo a LAMPEDUSA ritorneremo.
Che abbia di misterioso
LAMPEDUSA che si potrebbe pure definire l’isola del nulla, mi è inspiegabile,
so con certezza che il sole che fuoriesce dal Mediterraneo al mattino presto
regala tumulti emozionali che non ho provato altrove.
Forse per la seconda volta
in vita mia a Lampedusa ho goduto della meravigliosa sensazione di pienezza,
completezza, di non avere bisogno di nulla,
una sensazione che provai la prima volta a Castel Gandolfo in un novembre di
alcuni anni fa.
Fanno parte dell’arcipelago delle Pelagie oltre a LAMPEDUSA, Lampione e Linosa a cui dedicherò un’altra pagina.
Ottobre 2019 - Yvonne
Sono stato a Lampedusa e questa recensione, davvero completa, mi ha riportato per alcuni minuti in quella splendida isola. Non dimenticherò mai l'accoglienza dei suoi abitanti e le acque cristalline delle sue innumerevoli cale. Grazie Yvonne!
RispondiEliminaGrazie Giuseppe per l'apprezzamento ! A Lampedusa io tornerò!
EliminaBellissimo reportage che fa capire la bellezza e la singolarità di quest'isola e, soprattutto, fa venire la voglia di visitarla. Brava!
RispondiEliminaVoglia di visitarla assolutamente da soddisfare. Sono convinta che LAMPEDUSA sia davvero indescrivibile. Grazie per "avermi letta".
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