GLI ANNI – ANNIE ERNAUX
Di ANNIE ERNAUX,
Premio Nobel per la Letteratura 2022,
non avevo mai letto nulla.
Qualche settimana fa, durante una delle consuete “passeggiate”
a LA FELTRINELLI di corso Vittorio Emanuele, ben in vista sul banco delle informazioni,
ho notato una corposa serie di suoi romanzi per cui decisi di acquistarne uno.
Non cercavo qualcosa di particolare: scelsi
istintivamente e acquistai “GLI ANNI” e, a conferma di una mia convinzione, ora
scrivo che nulla avviene casualmente.
Spesso leggiamo dei libri perché sono loro stessi che
ci invitano a farlo e non è da escludere che ci indichino pure il momento più
adatto per intraprenderne la lettura.
Io ero in procinto di partire per la mia vacanza nella
Repubblica Dominicana e nessun altro
romanzo se non GLI ANNI, avrebbe potuto essere, a mio parere, più
adatto.
Il contenuto del romanzo avremmo potuto scriverlo in molti poiché si tratta di una narrazione meticolosa e profonda della quotidianità in ambienti diversi relativa agli ultimi decenni.
Ovviamente per scriverlo occorreva avere l’idea, un’idea che solo una scrittrice come ANNIE ERNAUX ha avuto.
Dunque la trama di GLI ANNI si concentra su questi ultimi decenni che hanno radicalmente mutato la società sotto
tutti i punti di vista sino a condurci ai giorni nostri in cui il consumismo
regna sovrano e noi siamo divenuti semplicemente degli “ strumenti” -
consapevoli o inconsapevoli - alla mercè
dei grandi manovratori.
La narrazione, avviene attraverso la rivisitazione di alcune fotografie di una donna ex- insegnante, che aveva letto I MANDARINI di Simone De Beauvoir e ora è arrivata all’età di 65 anni, intende scrivere il libro che ha in programma da venti anni.
Una lettura
molto piacevole e chi ha vissuto, anche solo in parte il periodo in
esame, non avrà problemi a riconoscersi e riconoscere alcune realtà.
Per un certo verso GLI ANNI potrebbe rientrare fra i libri storici poiché si addentra in tutti i campi: dalla politica, alla quotidianità domestica, al timore d’invecchiare, al cambio linguaggio comune imposto dalla tecnologia, etc. etc.
Per chi non ama vivere superficialmente penso lo possa
considerare un romanzo di formazione perché è indubbio che offre molti spunti
su cui riflettere e sicuramente aiuta a prendere
consapevolezza.
Nel mio caso, la lettura di questo romanzo durante il soggiorno domenicano, mi ha indotta a “osservarmi da fuori”: ho visto con chiarezza gli errori, le trappole celate da discorsi ingannevoli e allettanti da parte di stampa e televisione avvenute nel tempo, sino a condurmi a dubitare di alcuni “miei stili di vita”.
Un romanzo che consiglio vivamente, che mi fa
desiderare di leggerne altri di questa autrice che indubbiamente è meritevole del premio ottenuto.
STRALCI
“Solo i fatti mostrati dalla televisione davano accesso alla realtà. Tutti avevano un televisore a colori. I vecchi lo accendevano a mezzogiorno all’inizio della trasmissione e si addormentavanola sera davanti allo schermo………. Durante l’inverno i fedeli potevano assistere a IL GIORNO DEL SIGNORE per avere la messa a domicilio. Le casalinghe stiravano guardando gli sceneggiati…Le madri tenevano tranquilli i bambini con i cartoni animati…..
Per
tutti la televisione significava avere a portata di mano intrattenimento a
basso costo, alle mogli garantiva la tranquillità di avere il marito a casa la
domenica davanti ai programmi sportivi.
…..Nelle
conversazioni ci si limitava a specificare l’ha detto la TV, da interpretare
secondo i casi come una presa di distanza o una prova di verità.
C’erano solo gli insegnanti ad accusare la televisione di distrarre i bambini dalla lettura e di inaridire la fantasia. Ma loro non se ne curavano, cantavano a squarciagola le canzoni dei cartoni, imitavano la voce…….”
I centri commerciali diventavano più grandi e si moltiplicavano persino nelle campagne, adesso costellate di quei parallelepipedi di cemento fitti di pannelli leggibili fin dall’autostrada. Luoghi di puro consumo in cui l’atto dell’acquisto si eseguiva in maniera asettica, blocchi di costruzioni alla sovietica contenenti ciascuno, in quantità mostruosa, la totalità degli oggetti di una stessa tipologia, scarpe, indumenti, bricolage, e un McDonald’s come ricompensa per i bambini.....
La
logica mercantile si faceva via via più pressante, imponeva un ritmo frenetico.
I prodotti muniti di codici a barre passavano dal nastro trasportatore al
carrello con un bip discreto che in un secondo faceva sparire il costo della
transazione. Gli articoli di cartoleria per l’inizio della scuola comparivano
sugli scaffali ancora prima che i bambini andassero in vacanza, i giocattoli di
Natale all’indomani di Ognissanti, i costumi da bagno a febbraio. Il tempo
delle cose ci risucchiava, ci costringeva a vivere sempre con due mesi di
anticipo.
Per gli adolescenti- soprattutto quelli che non potevano contare su nessun altro strumento di distinzione sociale -il valore personale era stabilito dai vestiti, dalle marche, l’Oreal perché io valgo…………
N.B. Infine l’autrice è nata LILLEBONNE per cui ha preso in esame la FRANCIA, ma nulla si differenzia dall’Italia se non i nomi dei presidenti, dei presentatori e programmi.
Gennaio
2023- Y.Pelizzari
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