Repubblica Dominicana – Mar dei
Caraibi
Con ingordigia ho carpito scenari a me inusuali e me li sono impressi nella
memoria speranzosa di riuscire a mantenerli intatti nel tempo.Con la fotocamera ho scattato decine e decine di fotografie
nell’ inutile tentativo di trasporre su carta immagini simili a
quadri che nessun pittore
credo riesca a dipingere perché certi connubi di luci e colori che mutano con
repentinità, si possono soltanto
contemplare.
Madre natura dipinge, cancella , ridipinge e, mai in serie.
Sublime bellezza e godimento per gli occhi è il mare
caraibico: a volte capriccioso
esibisce crespature baldanzose, a volte pacato da sembrare un tappeto su
cui camminarci, ma sempre estasiante.
Estasiante come le panoramiche offerte dalla finestra della camera con il letto a baldacchino della villa
dove ho soggiornato : illusione che cielo e mare in un punto immaginario
s’incontrassero, s’abbracciassero per infine fondersi e divenire tutt’uno.
Immensità. Infinità.
Addormentarsi con il fragore delle onde più o meno intenso e
svegliarsi con il medesimo fragore nel
contempo che le svettanti palme dai
fusti snelli si lasciano solleticare dal
vento.
Piacevole e sorprendente
questa vacanza nella Repubblica Dominicana in cui è stato seppellito il
2022 senza clamori e dato il benvenuto al nuovo anno con sobrietà, ovviando l’obbligatorietà al divertimento
solitamente prescritto dalla circostanza.
Non nego che per un attimo ho avuto la tentazione di fare una passeggiata sulla
spiaggia chiassosa da dove provenivano voci e musica ad alto volume, ma poi ho ragionevolmente desistito: il giorno dopo, la festa non era
ancora finita e lo stato di ubriachezza era palese sul volto e nei comportamenti dei molti che ancora se ne stavano con il bicchiere
pieno in mano, mentre cumuli
di bottiglie di rum e birra vuote richiedevano la pulitura della spiaggia. Intuibile che la
notte fosse stata all’insegna dell’eccesso con partecipanti privi
di freni inibitori.
Nulla era programmato
nei dettagli: il gruppo di 6 adulti e 1 bimbo aveva intrapreso un viaggio che
prevedeva 12 ore di volo la cui meta era
la terra delle piantagioni di canna da zucchero, cacao, caffè e banane, oltre a vantare centinaia di varietà di
orchidee, ma soprattutto godeva il
privilegio di affacciarsi sul Mar dei Caraibi , i cui colori sono
indescrivibili.
Il desiderio d’estate
era nel cuore di ognuno, anche del bimbo che affrontava per la prima
volta un viaggio così lungo e al quale da qualche mese gli si raccontava
che sebbene il mare di Riccione è fonte di divertimento, esisteva “un altro
mare” con colori differenti e “un’altra estate” nel cuore dell’inverno.

Credo che proprio l’entusiasmo di ritrovarsi in piena estate
dopo aver lasciato alle spalle il freddo della pianura Padana, in un luogo dove placidità e buon umore sono
manifesti ovunque, abbia contribuito a
rendere questi giorni gaudenti.
Le spiagge di Punta Cana e Bavaro, sono turisticamente
considerate fra le più belle del mondo, -
così le descrivono le varie guide -
caratterizzate dalla sabbia fina e bianca e un mare dalle
acque cristalline.Ho letto che si tratta della meta turistica più visitata della
Repubblica Dominicana e di tutti i caraibi.
In ogni caso che PUNTA CANA sia una località
molto rinomata e di grande richiamo turistico lo
testimoniano i prestigiosi resort appartenenti
a catene alberghiere internazionali
dislocati lungo la costa, ma le spiagge sono così ampie che spesso le strutture
sono schermate dalle numerose palme e comunque sono contesti gradevoli
da vedersi. Lettini dai materassini imbottiti, ben disposti e ordinati,
gazebo, ombrelloni in paglia, teli
spugna con logo resort, camerieri in divisa addetti al servizio in spiaggia,
sono situazioni perfette per coloro che vanno alla ricerca di benessere e
distrazione.
Noi abbiamo soggiornato nella zona denominata BAVARO
che offre una lunghissima e ampia spiaggia di sabbia bianca e finissima da
sembrare farina, inframezzata da zone con
bellissime palme da cocco che di tanto in tanto lasciano cadere qualche
pesante frutto.
Sulla spiaggia non ci
si può annoiare: numerosi ristorantini e bar tutti dotati di “dehors” fronte mare consentono l’uso di
ombrelloni, lettini, gazebo, con il solo obbligo di consumazione. I camerieri senza essere invadenti offrono la loro
disponibilità, ovviamente le ordinazioni vengono servite senza troppa
fretta poiché i tempi dominicani sono diversi dai nostri . Inoltre può pure
verificarsi che i bicchieri terminino e la consegna tardi ad arrivare come
successo a Villa Blanca, ma niente paura:
vengono servite solo bevande in bottiglia. (La consegna del materiale prima o poi
arriverà).
I cocktail sono ottimi ovunque ma è indubbio che alcuni li
sanno fare meglio di altri: soggiornando
alcuni giorni ciascuno si farà la propria esperienza e conseguentemente sceglierà in base ai propri gusti.


Anche pranzi a base di pesce , soprattutto ottime grigliate,
si possono consumare ovunque sulla
spiaggia e per chi soggiorna in ville e
residence la cui offerta è considerevole,
c’è la possibilità di acquistarlo
direttamente dai pescatori che quotidianamente vengono in spiaggia a
vendere il pescato. Il pesce wahoo appartenente alla famiglia Scombridae è
molto diffuso nel Mar dei Caraibi
e, a parere mio e dei miei
compagni di viaggio, è ottimo. Come ottime lo sono state le aragoste acquistate
da Roberto, divenuto il nostro “fornitore di fiducia” : hanno gratificato
appieno il nostro palato come pure i polpi caraibici seppure non tenerissimi. Il pesce è possibile
ottenerlo ben pulito, pronto da grigliare/cucinare. Ovviamente non ci si deve formalizzare
se la pulitura avvenisse in spiaggia, sopra qualche mucchietto d’alghe o in
qualche altro spazio non propriamente idoneo.



Pure frutta e verdura
si possono comprare in spiaggia a prezzi, per noi, irrisori: donne con grandi
cesti in testa traboccanti frutta esotica
e giovani con carriole colme di
banane, cocco, cetrioli e pomodori,
fanno parte del “libero servizio spiaggia”
Il contesto urbano di
Bavaro- Punta Cana è un insieme multiforme di edifici che creano cartoline
singolari in cui è del tutto evidente che un piano regolatore del territorio
sia inesistente o, se esistente, alquanto permissivo. Credo che sia possibile
costruire ovunque lo spazio lo consenta
e le edificazioni in corso, chiaramente destinate alla ricettività
turistica sono ancora numerose.
Ovviamente vi sono anche zone alquanto degradate dalla
evidente povertà, per lo più a ridosso della costa: abitazioni improvvisate
costituite da baracche dai tetti in lamiera
o altro, strade sterrate, etc. etc. Zone comunque meritevoli d’essere
visitate poiché forniscono insiemi caratteristici oltre a dare l’idea delle tradizioni locali. Bambini liberi per strada, uomini nulla-facenti,
donne sorridenti.
Potrei anche sbagliare, ma ho avuto la chiara impressione
che il popolo dominicano sia un popolo allegro.

Il trasferimento
dall’aeroporto internazionale di PUNTA CANA - aperto nel 1983 e ampliato nel 2009 dispone di due terminal internazionali e 1 nazionale
ed è alquanto scenografico poiché molte
zone di transito sono realizzate con coperture in paglia supportate da travi in legno -
a BAVARO della durata di circa 30 minuti d’auto ci ha portati nel luogo da noi prescelto: un
moderno complesso residenziale dotato di parcheggio, piscina, giardino,
distante dalla spiaggia qualche centinaio di metri. Lo spazio abitativo a noi destinato, molto ampio era disposto su tre livelli.
L’ultimo, consistente in un bellissimo e grande terrazzo con piscina
idromassaggio, ben attrezzato per relax con lettini e gazebo, zona pranzo con
comodi divani e barbecue di cui abbiamo usufruito per le grigliate di pesce
acquistato da Roberto. Purtroppo una di queste suggestive serate è stata
interrotta da un improvviso scroscio di
pioggia che ci ha costretti a terminare
la cena nella sala da pranzo con tavolo
per 8 persone e sedie in legno eccessivamente pesanti, che ci hanno creato un
po' di disagio e pure qualche problema.




In loco, abbiamo noleggiato un’auto per gli spostamenti e ciò ci ha consentito di visitare altre zone
compresa la molto nota ROMANA -
BAYAHINDE – DOMINICUS - Spiaggia LAGUNA/ Playa Bandera Azul.
In quest’ultima
abbiamo riscontrato una notevole
presenza di italiani: mare splendido, ma troppo affollata. Oltre ai numerosi turisti
stranieri anche molti dominicani e soprattutto diversi “bevitori” in
attività sin dalle prime ore del giorno. Abbiamo avuto modo di osservare un uomo
abbastanza giovane che usciva dall’acqua unicamente per riempirsi il bicchiere di rum
e poi rientrava. Credo possa essere
davvero un’esperienza singolare starsene beatamente in ammollo per ore e
ore con il solo pensiero di svuotare il bicchiere pieno! Su questa spiaggia si assiepano diverse baracche in legno o
lamiera adibite al commercio: offrono la tipicità del luogo e la possibilità di noleggiare lettini e
ombrelloni alquanto logorati dall’uso. Fra queste, ha attratto la mia attenzione una parvenza di
capanna in legno con pareti ben dipinte a colori vivaci che fungeva da
zona massaggi. All’interno fra i tendaggi ho intravisto dei lettini e delle
donne che praticavano massaggi.
Anche in questa zona costiera ci sono numerose strutture turistiche tipo
“villaggio” che con musica e giochi
creano una gran confusione poiché la spiaggia pur essendo ampia, lo è meno rispetto al BAVARO .
Ovviamente abbiamo ritenuto positivo trascorrervi una giornata proprio perché abbiamo avuto
modo di renderci conto delle diversità esistenti. Oltrettutto per raggiungere questa zona, distante circa
un’ora da Punta Cana, abbiamo dovuto percorrere
un tratto autostradale che corre
fra ampie piantagioni di canna da zucchero che a prima vista non abbiamo saputo
riconoscere. L’autostrada a pagamento è
comunque “bella” con manto stradale curato.
Abbiamo trascorso le
serate in una piacevole atmosfera
vacanziera rallegrate da qualche bicchiere di vino, un discreto prosecco che
acquistavamo in un supermercato situato nelle vicinanze, birra di produzione
locale e
qualche goccio del noto rum dominicano BRUGAL. La differenza di fuso
orario probabilmente ha influito sul nostro fisico e spesso desideravamo
coricarci abbastanza presto nei comodi letti a baldacchino.
Siamo andati a cena
in un noto ristorante della zona”
JELLYFISH Beach Restaurant” : bellissima location molto scenografica con
appariscenti lampadari, luci a colori alternati, disposto su due livelli con terrazzo fronte
mare. Proprio qui abbiamo assistito alla dichiarazione d’intento di matrimonio
con consegna anello a una futura sposa dalle forme audaci e seno prosperoso
come del resto lo sono molte dominicane,
ma per quanto concerne il cibo, nulla di eccezionale. In ogni caso dalle informazioni avute, per taluni è considerato
uno dei migliori della zona.
Secondo noi invece è stato molto meglio pranzare al “SOLES
GRILL Argentinian style – EL PIRATA” : servizio spartano anche se solerte, ma grigliate di pesce impeccabili di ottima qualità.
La PLAYA BLANCA è un luogo incantevole: sempre sabbia
finissima e mare dai colori inenarrabili.
La si raggiunge
passando attraverso il club “ PUNTA CANA
Resort & Club”: all’ingresso c’è un
ufficio dove gli addetti registrano i documenti e si paga un ticket di 40 dollari/persona che
comprende l’utilizzo di lettini, ombrelloni e consumazioni presso il bar e
ristorante all’interno della struttura.Poco lontano, trovasi anche un ampio campo da golf che
costeggia il mare, oltre alla
possibilità di praticare i vari sport acquatici.
Non intendo dilungarmi oltre poiché era mia intenzione sintetizzare e fornire
alcune gocce informative di una vacanza
ben riuscita nonostante il gruppo fosse di recente formazione.

E' stato gradevole e divertente osservare” il piccolo
turista” di quattro anni e mezzo che s’atteggiava ad adulto: non ha per nulla
intralciato i programmi pur non rinunciando mai alla “sua siesta” pomeridiana
mettendosi comodo sotto l’ombrellone con il suo inseparabile “dudu”, oramai
consunto dall’uso. Non ha perso occasione per giocare al pallone sulla spiaggia incurante di chi giocasse,
ricorrendo ai gesti ove la comunicazione verbale era impossibile e soltanto
negli ultimi giorni di vacanza, durante l’attesa dinanzi a un supermercato, ha notato che eravamo in pochi ad avere la
“pelle chiara”. Molti altri erano “ più scuri”. Unico incidente quasi trascurabile , ma che al
verificarsi ha creato un gran trambusto: la sua manina rimasta incastrata in
un giocattolo sicuramente difettoso. Neppure il viaggio in aereo gli ha creato scompiglio: ha
dormito, ha giocherellato e mai si è lamentato, a dimostrazione che spesso i
problemi dei bimbi non sono altro che le
preoccupazioni degli adulti.
Avrei un altro capitolo da scrivere a cui potrei assegnare
il titolo “ Test ai Caraibi di una storia d’amore”, ma ritengo non sia di grande interesse.
Gennaio 2023 – Y.Pelizzari