martedì 26 aprile 2022

PASOLINI – Morire per le idee / Roberto Carnero

 

PASOLINI – Morire per le idee


Vi sono libri di narrativa che regalano sogni, altri nei quali inconsapevolmente si diviene protagonisti poiché ci si identifica nei personaggi, poi ci sono quelli di poesia in cui è possibile rivivere attimi e sentimenti. Ci sono pure libri di approfondimento,  definiti SAGGI,  che apportano arricchimento culturale e inducono alla riflessione. Infine, ce ne sono alcuni che si vorrebbe non finissero mai , come nel caso di  “ MORIRE per le idee” appartenente alle biografie.

“ PASOLINI MORIRE PER LE IDEE” -  il cui autore è ROBERTO CARNERO che insegna letteratura italiana all’Università di Bologna, oltre ad essere critico letterario ed editorialista per varie testate e aver pubblicato diversi saggi -  ritengo sia un libro necessario a tutti coloro che desiderano conoscere almeno in parte,  PIERPAOLO PASOLINI.

Trattasi di una nuova edizione aggiornata e ampliata pubblicata recentemente e successiva alla prima edizione del 2010.

Roberto CARNERO scrive in quarta di copertina. “ Personalmente, amo Pasolini, ma qui ho deciso di non fargli sconti” ed obbiettivamente penso che sia stato fedele alle sue intenzioni. Nella presentazione dice di rivolgersi soprattutto ai giovani che forse conoscono qualche citazione di Paolini ma non conoscono il personaggio, tuttora di straordinario interesse  e, le  sue opere – poesia , narrativa, teatro, cinema, giornalismo, critica letteraria – che “vanno lette come un tutt’uno, in cui le diverse fasi di un lavoro artistico articolato si intersecano continuamente in un discorso creativo in costante evoluzione”.

Io penso convintamente che il libro sia per TUTTI perchè Pasolini è sconosciuto a molti e molti altri lo considerano semplicemente un gay che si è cercato la “fine” che ha avuto…

Personaggio scomodo ai diversi poteri, dalla politica al clero,  per la sua fermezza  a dire sempre la verità  e anche per la sua dichiarata omosessualità, è stato perseguitato: ben 33 procedimenti  per motivi legati alla morale a cominciare dai fatti di Ramuscello, in cui appartatosi con dei ragazzi durante una sagra, venne denunciato per atti osceni in luogo pubblico. Capo d’imputazione caduto poi nel nulla poiché  il luogo era riparato da una siepe.

Comunque a seguito di quel fatto avvenuto a Casarsa della Delizie, luogo originario della madre, si trasferì a Roma dove iniziò la frequentazione delle borgate romane. Anni  raccontati nelle sue opere come Ragazzi di Vita, l’Accattone e altro.   

 Ai fini di dare un profilo al personaggio, qui di seguito riporto la poesia a pag 207 in cui si enuclea che agli attacchi che da più parti gli giungevano per la sua opera e per il suo stile di vita, egli rispose in versi:   

                                                                                                              Rispondo infatti alla mistificazione

con la mietezza. Guardo con l’occhio

d’un immagine gli addetti al linciaggio.

Osservo me stesso massacrato col sereno

coraggio d’uno scienziato. Sembro

provare odio, e invece scrivo

dei versi pieni di puntuale amore.

Studio la perfidia come un fenomeno

fatale, quasi non ne fossi oggetto.

Ho pietà per i giovani fascisti,

e ai vecchi, che considero forme

del più orribile male, oppongo

solo la violenza della ragione.

 Pierpaolo Pasolini nasce a Bologna il 5 marzo 1922 e muore assassinato il 2 novembre al Lido di Ostia (la morte rimane ancora avvolta nel mistero e forse volutamente... Le indagini svolte si sono rivelate superficiali e incomplete accompagnate da una fretta eccessiva nel chiudere il caso, riaperto poi successivamente ….)  Gli anni settanta erano gli anni della tensione: Pasolini stava scrivendo un romanzo uscito postumo e incompleto nel 1992 ( ben 17 anni dopo la sua morte) dal titolo  “PETROLIO” e non si esclude che contenesse in origine prove inconfutabili relative a stragi riconducibili al “regime fascista democristiano” in contrapposizione con l’MSI,  sino ad arrivare alla morte di Enrico Mattei per la quale Eugenio Cefis, imprenditore controverso per il suo ruolo nella P2 ,  Mauro de Mauro e Pierpaolo Pasolini hanno avanzato forti dubbi su un suo possibile coinvolgimento nell'attentato. Oltrettutto pare che il capitolo 21 relativo all’argomento di cui trattasi, sia misteriosamente sparito.

   Il prof. Carnero scrive che si potrebbe considerare Pierpaolo Paolini lo scrittore italiano più importante del secondo Novecento , nonostante vi siano in quel periodo, protagonisti della scena letteraria che possono aspirare a contendergli il primato come Cesare Pavese, Italo Calvino, Beppe Fenoglio, Elsa Morante…

E’ comunque indubbio che Pasolini occupa un ruolo centrale nella cultura dell’Italia contemporanea. Con ogni sua opera ha manifestato la volontà di lottare, anche in solitudine, contro “quelle istituzioni e quei meccanismi di consenso che privano l’uomo della sua autenticità”.

Anticonformista e provocatorio, Carnero scrive che nessun altro autore di quel periodo, ha lasciato segni nel vissuto nazionale e nella memoria collettiva, come Pasolini, tramite l’opera e attraverso la sua vita.

Pasolini, fermamente convinto dell’importanza e delle responsabilità  dell’ intellettuale  ha saputo sempre “…interrogarsi sul presente, di leggere la contemporaneità in relazione al passato, di condurre analisi lucide e impietose sul nostro paese e, allargando lo sguardo, sull’intero mondo, nell’ultima fase della sua vita sempre più globalizzato”.

 Una vita travagliata quella di Pierpaolo: la perdita del fratello Guido a opera dei partigiani rossi in Friuli, il complesso rapporto d’amore con la madre, l’iscrizione al PCI per poi esserne espulso per i fatti di Ramuscello, la sua avversione alla televisione che negli anni cinquanta entrava nella quotidianità, le costanti critiche alla borghesia, l’attrazione del sottoproletariato e  la sua omosessualità nonché le frequentazioni a dir poco “pericolose”, la sofferenza per il matrimonio di Ninetto Davoli il quale diede poi ai figli il nome di Guido e Pierpaolo, e non da ultimo la sua ricerca di quella autenticità/realtà soppiantata dal consumismo sfrenato che rende schiavi gli uomini, nei frequenti viaggi in Africa, in oriente, etc..   

In sintesi, ai miei occhi un  personaggio intrigante, emblema di anticonformismo nei miei anni di formazione, ma  di cui solo tramite la lettura di questa biografia ne  ho compreso la straordinarietà. Un artista poliedrico e intellettuale di indubbio valore.   

Ma comunque non mi fermo qui, la fascinazione del personaggio è in crescita: quando ci si innamora  si desidera conoscere l’anima dell’amato e io,  ho già intrapreso la lettura di PASOLINI – Il fantasma dell’origine – di MASSIMO RECALCATI.

 Stralci ( e come posso inserire degli stralci di un volume che ho letto con la matita in mano sottolineando periodi in quasi tutte le pagine? Mi limito quindi a inserire  qualche stralcio del pensiero di Pasolini circa il ruolo della televisione e la sua capacità di assuefare lo spettatore legandolo a sé attraverso i sensi, diventando così onnipresente e onnipervasiva. 

Articolo di Pasolini pubblicato su Tempo il 1novembre 1969 

E’ incredibile quello che hanno visto ieri sera i miei occhi, per non più di cinque minuti, fin troppo esaurienti, alla televisione. In quei cinque minuti stavo cenando in fretta, e i miei occhi non potevano non cadere sul “video” acceso proprio davanti alla tavola ( mia madre e mia zia sono tra i dannati che vedono la televisione tutte le sere).

Ho realizzato solo dopo un po' quello che stavo vedendo: due donne molto simili una all’altra, stavano facendo delle evoluzioni, d’una assoluta facilità, come due automi caricati a molle, che sanno fare solo quei due o tre gesti, capaci di dare una inalterabile e iterativa soddisfazione al bambino che li osserva. Due o tre mossucce idiote, incastonate in un ritmo, che voleva essere gioioso ed invece era soltanto facile. A cosa alludevano quelle mossucce, quei colpetti di reni e quelle tiratine di collo? Non si capiva bene, ma certo a qualcosa di estremamente convenzionale comunque: a un’allegria collegiale  e orgiastica, in cui la donna appariva come una scema, con dei pennacchi umilianti addosso, un risalto le rotondità del corpo, così come se le immagina, se le sogna, le vuole un vecchio commendatore sporcaccione e bigotto.

…… ( Si lotta per il divorzio, e poi si continua a volere vedere la donna come una buffona, vestita e agghindata come perun mercatino delle schiave…..

……Non è questione di bruttezza o di bellezza. E’ questione di volgarità. E la volgarità della televisione deriva dalla sua sotto-cultura….. La televisione ha nella sua funzione culturale tutta la prepotenza del potere, del potere industriale, ……che altera il significato della famiglia, e ne fa non più un nucleo di innocenti conservatori, ma un nucleo di ansiosi consumatori."                   

 Non ho idea cosa potesse scrivere PIERPAOLO PASOLINI relativamente la televisione dei giorni nostri, posso comunque affermare che le sue riflessioni e i suoi timori si sono concretizzati.  

Pag 291 – Pasolini riteneva la televisione italiana ( lo aveva scritto più volte nei suoi articoli negli ultimi anni) la principale responsabile del “ nuovo fascismo”, vale a dire di una ideologia omologante e repressiva, quella tipica della società del neocapitalismo consumistico.

 Aprile 2022 – Y.P.

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