IL
LIBRO DELLE EMOZIONI
UMBERTO
GALIMBERTI
“
L’emozione, ordinariamente considerata
come un disordine senza legge, possiede un significato proprio, e non può
essere colta in se stessa senza la comprensione di questo significato” –
J.P.Sartre
I SENTIMENTI NON LI ABBIAMO PER NATURA, MA PER CULTURA.
I SENTIMENTI SI IMPARANO
IL LIBRO DELLE EMOZIONI,
in libreria da settembre 2021, non è un romanzo da leggersi per diletto bensì è
un importante libro di accrescimento personale
scritto dal prof. Umberto Galimberti, filosofo, accademico e psicoanalista italiano,
nonché giornalista di La Repubblica.
Personalmente
nutro molto interesse per la psicologia e la psicoanalisi e dopo aver visto l’intervista
rilasciata dall’autore su questo saggio, sono andata ad acquistarlo ed in pochi
giorni l’ho terminato. Non ho incontrato
particolari difficoltà nella comprensione dei testi, infatti è molto probabile che il professore lo abbia
scritto con l’obbiettivo di “arrivare a
tutti” e non solo agli esperti del settore.
Suddiviso in
più parti, l’insieme viene descritto come tragitto
educativo che si conclude “con il
passaggio dalle emozioni ai “sentimenti”, che non sono un fatto naturale, ma
culturale. I sentimenti si imparano. E quale miglior repertorio di sentimenti
esiste se non la letteratura, dove si apprende cosa sono la gioia, la
tristezza, l’entusiasmo, la noia, la tragedia, la speranza, l’illusione, la
malinconia, l’esaltazione? Educati dalle pagine letterarie, i nostri ragazzi
possono disporre di mappe mentali che, in presenza del dolore, ad esempio sono
in grado di indicare, se non le vie d’uscita, almeno le modalità per reggerlo”.
Parte prima - Il modello platonico: le emozioni e il dualismo anima e corpo
Parte seconda - Il modello fenomenologico: le emozioni e la relazione corpo-mondo
Parte
terza - La vita emotiva oggi –Comprende più capitoli e secondo
me è particolarmente interessante poiché
spiega l’influenza della tecnica nel quotidiano, tecnica di cui sia chiaro non
possiamo farne a meno perché “nessuno di
noi è libero di avere o non avere un computer o un cellulare perché se le
relazioni sociali passano attraverso i computer e i cellulari, non avere questi
strumenti equivale a un’esclusione sociale”.
Questa parte
comprende anche un capitolo di 4 pagine titolato “ Il mercato dell’intimità” ed è la fotografia nuda e cruda di ciò
che lo sviluppo illimitato che caratterizza il nostro quotidiano, ci ha portati
a commercializzare. Infatti commercializziamo persino la nostra intimità come è
facilmente deducibile nel momento in cui affidiamo i bambini alle baby sitter,
gli anziani alle badanti, le faccende domestiche alla colf, i festeggiamenti di
eventi alle apposite agenzie, le cene al catering, la solitudine o
sollecitazioni sessuali a chi previo compenso è disposto ad offrirle.
“E noi non esitiamo ad accettare tutto
questo, anzi lo desideriamo, perché l’indipendenza degli individui dal mercato
è mascherata dall’ideologia dell’indipendenza personale…..”
Da questa parte estraggo un passaggio molto significativo.
“Non ho letto il libro, ma ho visto il film”: così si giustificano i nativi digitali…..”
Ebbene dietro questa frase ci sta una precisa analisi che evidenzia che guardare è più facile che leggere quindi l’uomo sapiens capace di decodificare segni è soppiantato dall’uomo videns, “che non è portatore di un pensiero, ma fruitore di immagini, con conseguente impoverimento delle capacità di comprensione, ragionamento, giudizio critico”
Ho trovato questo
libro straordinario, in alcuni casi mi
ha portata a riflettere su dettagli che se non condotta avrei considerato
irrilevanti mentre in altri ho trovato conferma
e chiarimenti su alcune mie “ruvide riflessioni” ad esempio questa: “ Dalle scuole secondarie superiori è bene
tener lontano i genitori, che in genere sono
interessati non tanto alla formazione, ma unicamente alla promozione. Quando
questa non avviene, ricorrono al Tar e ,
per evitare ricorsi, i dirigenti scolastici e insegnanti tendono ad un eccesso
di promozioni che azzerano la meritocrazia e demotivano gli studenti che
studiano rispetto a quelli che non studiano”.
Arrabbiarsi è facile, ne sono tutti capaci, ma non è assolutamente facile, e soprattutto non è da tutti, adirarsi con la persona giusta, nella misura giusta, nel modo giusto, nel momento giusto e per la giusta causa” – Aristotele
Solo il sapere ha potenza sul dolore. - Eschilo
La capacità di leggere le emozioni e i sentimenti altrui dipende da quanto siamo attenti alle nostre emozioni.
I doni più grandi ci vengono dalla follia, naturalmente data per dono divino - Platone
Perchè non è un uomo chi è competente ma non ha alle spalle una formazione che gli consenta di svolgere un retto giudizio e adeguata comprensione la professione che in seguito sceglierà.
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