martedì 16 giugno 2020

PRANZI DI FAMIGLIA - ROMANA PETRI


PRANZI DI FAMIGLIA


Le relazioni famigliari sono spesso assai complicate, ma per  svariate ragioni, a me incomprensibili, pubblicamente la maggior parte delle persone  tende ad esibire situazioni famigliari idilliache.
E’ pur vero che i panni sporchi si dovrebbero lavare in casa, ma io penso che si potrebbero lavare in casa e basta,  senza poi ricorrere a false, eccessive  e inutili esibizioni.
Tale premessa del tutto personale nasce dalla lettura di questo  romanzo di Romana Petri, dal titolo PRANZI DI FAMIGLIA.
Un romanzo molto realistico. Personalmente non ho trovato nulla di fantasioso , potrebbe trattarsi di una storia vera.

ROMANA PETRI è un bravissima scrittrice italiana, nata a Roma. Ha ottenuto numerosi premi e per ben due volte è stata finalista  al Premio Strega.  
La donna delle Azzorre è il romanzo che me l’ha fatta conoscere ed in seguito a quella lettura ho inserito nelle mete da raggiungere le Azzorre e l’isola di Pico.
Apprezzo molto il suo stile letterario, elegante, incisivo.

PRANZI DI FAMIGLIA mi ha molto coinvolta anche perché ambientato  a Lisbona, mi ha fatto rivivere il mio soggiorno in quella città che profuma di nostalgia e di cui conservo un bellissimo ricordo.
Grazie a Romana Petri e a suoi PRANZI DI FAMIGLIA , mi sono sentita proiettare nel parco di Belem dove giunsi esausta dopo aver camminato un intero pomeriggio, ho rivisto il Ponte 25 Abril , la Rua Almirante,  ho ritrovato l’atmosfera dell’Alfama e altro ancora.

TRAMA

Protagonista del romanzo è una famiglia portoghese: TIAGO il padre, un uomo di successo e di potere tanto da divenire ministro della sanità,  MARIA do CEU , moglie di Tiago e madre di tre figli: RITA e i gemelli VASCO e JOANA.
RITA purtroppo  nasce con diverse malformazioni  per cui  la madre, con un enorme dispendio di energie la fa sottoporre a numerose operazioni affinchè possa ottenere un aspetto migliore ma al termine di ogni intervento chirurgico il risultato non è mai del tutto soddisfacente per cui gli interventi si susseguono.  
Il matrimonio di TIAGO e MARIA do CEU va in frantumi,  si separano, apparentemente senza drammi  e, lui si lega ad un’altra donna, MARTA, che alla fine sposerà.
TIAGO  comunque  ogni domenica offre il pranzo alla famiglia originaria nei vari ristoranti di Lisbona, sempre scelti con cura e di ottimo livello ed ai quali MARTA non partecipa mai.
Maria do Ceu muore prematuramente e l’apparente armonia immediatamente si sgretola.
“Era la madre a essere intima con ciascuno dei suoi figli. L’intimità sera solo lei”.
Nella casa di famiglia rimane Rita e Vasco poiché Joanna si è già sposata, ma la convivenza si rivela alquanto problematica poiché Rita è costantemente in preda all’ira e quindi Vasco che lavora
nella galleria d’arte di sua proprietà,   valuta di trovare una soluzione alternativa.
E la troverà: in un modo alquanto strano conosce un’artista italiana, la pittrice  Luciana ALBERTINI, per lei allestisce una mostra nella sua galleria ed inizia così una storia stravagante  perché lei, è un tipo stravagante. Una bellissima storia d’amore che indurrà Vasco ad abbandonare tutto e trasferirsi a Roma.
(Vasco indubbiamente nel romanzo ha un ruolo preponderante , anzi diviene protagonista principale.)
In ogni caso, nel mentre che gli eventi si susseguono, i pranzi si ripetono ogni domenica, divengono una tortura, spesso al termine i partecipanti  vanno via quasi fuggendo.
Ciò nonostante nessuno trova mai  il coraggio di sottrarsi.
Pranzi di silenzi, pranzi di ostilità celata  oppure pranzi in cui lui, Tiago, soprannominato da Vasco “pavone” , non fa altro che elencare i suoi impegni importanti, gli incontri con personaggi di potere, viaggi in città disparate e soggiorni in hotel di lusso.
Comunque in uno di quei pranzi i tre fratelli si ritrovano accomunati da un fatto alquanto insolito: nessuno dei tre conserva ricordi del passato, come se avessero rimosso tutto, come se avessero bevuto il “siero dell’oblio”.
Forse non sono mai stati felici per cui non hanno ricordi che meritano di essere ricordati?
Sarà Rita che con il trascorrere degli anni, dopo essersi accettata ed aver placato l’ira dentro di sé, ricostruirà la storia anche attraverso documenti presenti negli archivi dello Stato ed in conclusione emergerà una realtà ben diversa da quella che Maria do Ceu, aveva raccontato.
Sempre così: nulla è come appare.
Ho trascurato la figura di JOANA, sorella di VASCO, una donna bellissima, che si sposa con un uomo “monotono” che la porta alla depressione. Solo alla fine del romanzo, dopo la terapia psicologica  pagata dal padre, riesce in parte a  riscattarsi tornando a vivere nella sua Lisbona.

Non mi dilungo nelle impressioni personali perché ritengo di averle espresse  all’inizio.
Ripeto che  si tratta di un romanzo coinvolgente che ho letto con molto piacere e interesse, ho trovato molti spunti di riflessioni e molti punti che avvalorano le mie convinzioni: nessuna famiglia è perfetta, dove ci sono più figli i motivi di disaccordo sono maggiori e spesso affiorano quando subentrano cognate e cognati.
Neppure i genitori perfetti esistono e spesso i figli ignorano molte cose dei propri genitori.
Infine l’infedeltà ha più letture , le cause che la determinano sono molteplici e spesso l’infedeltà esiste soltanto perché “gli affini” non sempre  si incontrano.

STRALCI
( a proposito di compleanni, di ricorrenze)

-          Quei benedetti preparativi delle feste. Erano tutto. Venivano organizzati nel minimo dettaglio, nulla doveva essere lasciato al caso. Era come se lì dentro ci mettessero tutto quello che non potevano avere, come se organizzarli sempre con molto anticipo ne garantisse la riuscita. Era nei preparativi che infilavano i sentimenti, ce li spingevano a forza, e si consultavano con una serie di telefonate che cominciavano almeno due settimane prima.
-          Tutto il tragico si basa su una contraddizione inconciliabile. Non appena si rende possibile un accomodamento, il tragico scompare.
-           
-          Le cose cambiano sempre all’improvviso, anche quando credi siano annunciate, e ciò che irrompe è la differenza, la differenza tra quello che c’era prima e quello…..”
-          Per farsi voler bene bisogna saper parlare.

I portoghesi sono tristi ed accettano di esserlo……
“Ci siamo abituati. Un tempo eravamo un popolo molto potente, ma poi abbiamo perso l’impero e non siamo stati capaci di costruire molto altro. Ci siamo ripiegati su noi stessi. In fondo  questo il senso della parola saudade. E’ il rimpianto di una ricchezza perduta”

-          Le origini non si cancellano nemmeno con anni e anni di addestramento, restano incollate addosso. Si può restare poveri anche da ricchi. E alla fine tanto la povertà del passato come la ricchezza del presente possono diventare una colpa perseguita.

Giugno 2020 - Yvonne

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