RACCONTI PARIGINI a
cura di CORRADO AUGIAS
“ Fu nei libri che
incontrai l’universo”
Non è tempo di viaggi, non
è tempo di visitare capitali e città
europee, non è il nostro tempo bensì questo è il tempo del Covid 19 e fintanto
che lui terminerà il suo giro del mondo, è auspicabile che noi ce ne siamo
tranquilli ed evitiamo spostamenti non prettamente necessari.
A dire il vero viaggiare io
l’ho considero una necessità convinta
che gli alberi hanno le radici per
restare sempre nello stesso luogo mentre gli uomini hanno le gambe per muoversi, ma la realtà attuale è poco rassicurante e
quindi occorre adeguarsi, magari dedicando gli spazi altrimenti riservati ai viaggi, alla
lettura, poiché anche la lettura consente di viaggiare.
Ebbene , innamorata di Parigi
che negli anni ho visitato più volte, nei giorni scorsi ho iniziato a leggere
RACCONTI PARIGINI a cura di Corrado Augias, un’antologia di racconti ambientati
a Parigi, scritti da autori diversi di indiscusso talento quali: Honorè de Balzac, Eugene Sue, Victor
Hugo, Georges Simenon, Gertrude Stein, Guy de Maupassant, Marcel Proust, Emile Zola e altri ancora.
Ho letto questo libro
soprattutto per rivivere momenti ed emozioni presenti nel mio baule dei ricordi. Momenti
divertenti, gioiosi, piccole avventure
che mi fa molto piacere evocare.
Ho soggiornato a Parigi in più
occasioni, anche per motivi professionali e con uomini diversi e purtroppo non ho mai
avuto occasione di visitarla in piena leggerezza in compagnia di “un amore” ,
per cui vorrei tanto che la vita mi regalasse tale opportunità. Chissà!
Parigi come Venezia è una città che per antonomasia risulta essere
speciale per gli innamorati!
In ogni caso la crociera
notturna sulla Senna a bordo di un bateau mouche accompagnata dalle note di La
vie en rose rimarrà per me un’esperienza indicibile e , uno racconto parigino dentro il libro ne
descrive storia, origini e anche atmosfera.
Tralasciando personali
divagazioni, RACCONTI PARIGINI curato
da Corrado Augias, opinionista,
scrittore e autore di programmi televisivi, parigino di adozione e grande
conoscitore della città , è un mosaico di venti racconti , scritti in periodi
diversi e finalizzati a celebrare l’indiscutibile
fascino della città.
Un’ampia introduzione di
Augias illustra lo spirito
dell’antologia ricorrendo a stralci dello Zibaldone di Leopardi” All’uomo
sensibile e immaginoso, che viva, come io sono vissuto gran tempo, sentendo di
continuo e immaginando, il mondo e gli oggetti sono in certo modo doppi. Egli
vedrà cogli occhi una torre, una campagna; udrà con gli orecchi un suono d’una
campana: e nel tempo stesso dell’immaginazione vedrà un’altra torre, un’altra
campagna, udrà un altro suono. In questo secondo genere di obbietti sia tutto
il bello e il piacevole delle cose”.
Racconti che ci regalano l’illusione di trovarci a
passeggiare per i boulevards della Ville Lumiere, di assaporarne l’atmosfera,
di sederci nei caffè letterari dove si sono incontrati e trattenuti grandi letterati e artisti. Racconti che a
tratti fungono da guida turistica e fanno desiderare a coloro che non hanno mai
visitato questa città, di andarci, perché Parigi è da vedere, almeno una volta nella vita.
Stralci
Jean Cocteau. “ Quando torniamo a casa, di notte, ungo le
strade vuote dove i passi risuonano a distanza, quando il chiaro di luna stende
i suoi panni trale facciate come a Marsiglia e raddoppia sulla Senna le arcate
dei ponti, quando nella propria stanza ogni dormiente aggiunge alla vita
parigina il funesto universo dei suoi sogni, quando l’ambizioso si consuma nell’insonnia,
quando l’intrigo ingarbuglia i suoi fili criminosi e i giornali stampano i loro
insulti- allora, nonostante il coprifuoco, Parigi ritrova il cupo aspetto dei
paesaggi stregati di Baudelaire e delle indagini di Monsieur Lecoq.”
Victor Hugo: “ Bisogna
amarla, bisogna volerla, subirla, questa città frivola, leggera, che balla e
canta, imbellettata, fiorita, temibile, che, come ho detto, se la conquisti ti
rendi potente; per lei Massimiliano, antenato di Carlo V, avrebbe dato tutto il
suo impero; i Girondini l’avrebbero comprata con il loro sangue; Enrico IV,
invece, la ottenne dopo una messa. Parigi si sveglia sempre con il piede
giusto. La sua follia, lasciata fermentare, diventa saggezza”
Paul Valery: “ Parigi
fa pensare a una sorta di ingrossamento di un organo del pensiero. Vi regna una
mobilità tutta mentale. Le generalizzazioni, le dissociazioni, le prese di
coscienza, l’oblio, sono qui più repentini e frequenti che in qualunque altro
luogo della terra”
Maggio 2020 - Yvonne
Nessun commento:
Posta un commento