lunedì 10 febbraio 2020

IL CIARLATANO - ISAAC BASHEVIS SINGER

Scrivo perchè non ne posso fare a meno: credo che le emozioni non si ripetano mai nella stessa maniera e l'unico sistema per fermarle sia quello di tradurle in parole vergate, ma comunque senza leggere libri che hanno scritto altri non so stare.
Ieri sera ho terminato la lettura di IL CIARLATANO di cui scrivo le mie impressioni e ne suggerisco la lettura.
Era lì in bella vista sul tavolo espositivo all’ingresso della libreria: la copertina in bianco e nero raffigurante un bell’uomo con cappello a tesa larga, verosimilmente avvolto da una patina di fumo. Indubbiamente ciò che mi ha catturata è stato il titolo: IL CIARLATANO – Biblioteca Adelphi 699.
Istintivamente ho immaginato potesse narrare la storia di qualche personaggio politico poiché non penso di poter essere smentita affermando che nella nostra contemporaneità moltissimi sono coloro che di professione fanno "il politico-ciarlatano".
Ho poi prestato attenzione all’autore: Isaac Basheviv Singer, Premio Nobel per la Letteratura 1978.
Nato Leoncin 1904 – Morto a Miami 1991
Ebbene l’ho acquistato, la settimana scorsa l’ho iniziato e ieri sera l’ho terminato.
Non solo , venerdì scorso entrando nuovamente in una libreria ho acquistato Keyla la Rossa, pubblicato sempre da Adelphi nel 2017 e sempre dello stesso autore.
IL CIARLATANO è un romanzo davvero appassionante, un intreccio fra comico e grottesco e questa è la prima edizione al mondo poiché precedentemente era stato pubblicato a puntate in yiddish.
Trama in sintesi
Il ciarlatano non è un politico bensì un ebreo, tale Hertz Minsker, fuggito dalla Polonia ai tempi in cui Hitler era al potere in Germania.
Lasciata Varsavia raggiunse New York dove già erano presenti numerosi ebrei polacchi e, come gli altri, appena arrivato si disse che l’America non faceva per lui, salvo poi abituarcisi.
Hertz è un personaggio alquanto singolare, squattrinato, forse rientrante nella categoria degli intellettuali non ha un lavoro, vive alle spalle di amici benestanti e non si fa scrupoli a farsi mantenere dalle donne con le quali ha molto successo. Inspiegabilmente le donne che lo incontrano se ne innamorano o meglio rimangono sedotte.
Sedotte non per il suo fisico che passa in secondo piano, ma soprattutto perché lui è stato in relazione con Freud e sa recitare poesie in greco e in latino.
Hertz però è un uomo sentimentalmente instabile, si annoia velocemente e quindi è sempre alla ricerca di nuove avventure.
“…le avventure amorose sono il suo oppio, le sue carte, il suo whisky, ogni giorno deve portare nuovi giochi, nuovi drammi, nuove tragedie, nuove commedie”.
Ha un amico carissimo a New York, tale Morris sposato con Minna, il quale si prodiga per aiutarlo perché per Hertz nutre molta stima ed Hertz lo ricambia facendo l’amore con Minna che a sua volta è completamente persa… Gli telefona, lo cerca, è disposta ad abbandonare Morris, nel contempo Hertz vive con Bronia, ebrea polacca che a Varsavia ha lasciato un marito e due figli ed a New York vive nell’angoscia che i suoi cari siano tutti morti…
Non vado oltre con la trama, timorosa di rendere banale il contenuto, perché banale non lo è affatto.
Hertz non vive la vita superficialmente, anzi costantemente si interroga: sul mondo, sulla società, sul senso dell’esistenza e senza timore evidenzia i suoi difetti fino farsi sopraffare dall’auto-commiserazione.

La cosa migliore sarebbe farmi castrare. Solo così troverei pace.
Pentirmi? Ma con chi? Esiste un Dio, questo sì, ma è completamente diverso da come lo descrivono.”
Le sue ricerche, i suoi studi asserisce che vanno oltre la psicoanalisi, poiché ritiene che la psicoanalisi non sia sufficientemente esaustiva nel comprendere e spiegare il senso della vita.
Sta pure scrivendo un libro di cui non è ipotizzabile la data di pubblicazione.
“ Ma in fondo, che cos’era l’uomo? Si chiese Morris. Come aveva detto Hertz Krimsky?
La vita non era che una danza sulle tombe degli altri…Un giorno muore il marito, l’indomani l’amata moglie corre a sposare un altro, portando in dote il denaro che il primo marito aveva risparmiato, o magari rubato… Se i morti sapessero come si comportano i loro cari, si rivolterebbero nella tomba”
.
Infine Hertz chiamato a Miami per sostenere un colloquio per un’eventuale assegnazione di una cattedra all’università, posizione per la quale non è poi stato considerato idoneo, incontra il ricchissimo Bernard Weiskatz che gli da credito e così a New York nasce la nuova organizzazione: “ L’associazione indipendente per la ricerca sulla natura umana e i suoi bisogni fisici e spirituali”.
( Chissà come mai ma il ciarlatano trova sempre qualcuno che gli da credito?)
Indubbiamente IL CIARLATANO è un romanzo alquanto particolare, ma non esito a suggerirne la lettura poiché è molto avvincente e seppure a tratti può appare spregiudicato, nel complesso è profondo e mette in luce le contraddizioni dell’animo umano e l’irrazionalità sentimentale dalla quale ne può derivare dolore non trascurabile.
Inoltre si ha la possibilità di arricchire le conoscenze sull'ebraismo. Un paio di pagine contengono il glossario.

STRALCIO 

-L'occhio si stanca  a guardare sempre le stesse cose.

Febbraio 2020 - Yvonne

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