martedì 10 aprile 2018

IL MIO PAESE DENTRO UN ROMANZO - SAN SIRO


Recensione di BARBARA BERTOLINI- Scrittrice, giornalista  e Amm. di CASADELLIBRO Campobasso

Ritornare a visitare il passato è sempre stato il sogno dell’uomo, un sogno che tuttavia si è potuto realizzare grazie alla scrittura. I romanzi, infatti, soprattutto quando raccontano storie che abbiamo vissuto, ci permettono di assaporare, come se fossimo ancora fermi nel tempo, i luoghi e le persone del nostro vissuto e che magari hanno fatto un pezzo di strada insieme a noi venti, trenta, cinquant’anni fa.
E’ quello che si avvera nel bel libro di Yvonne Pellizzari che ne “IL MIO PAESE DENTRO UN ROMANZO” riesce a cogliere l’anima del suo borgo raccontandoci un passato pieno di emozioni ma ormai sfocato nella mente di molti suoi compaesani.
La Pellizzari scrive: «Le mie origini paterne sono radicate lassù quasi in cima alla montagna, nel borgo che oggi non si può chiamare più neppure borgo perché è rimasto soltanto un gruzzolo di case inabitate, dormienti per la maggior parte dell’anno: case robuste in sasso locale avvantaggiate da una magnifica vista sul lago che si animano soltanto per qualche mese nella bella stagione quando ritornano coloro che qui ritrovano i ricordi di quel tempo che non c’è più».
Una descrizione che si potrebbe attribuire a molti paesini italiani sparsi in zone rurali difficili di accesso come le Alpi o gli Appennini e che si sono poco a poco spopolate perché non più in grado di offrire occupazione ai suoi abitanti.
Anche lei è partita in gioventù alla ricerca di un’occupazione che le ha permesso di vivere bene e che ora, assolti tutti i suoi doveri di madre e lavoratrice, ha deciso di riscoprire le sue radici che erano rimaste nel suo cuore e che aveva rimosso come facciamo noi tutti quando siamo presi dalla vita intensa e globalizzante della città. E poiché la sua penna scorre sciolta ed elegante e il suo sguardo è acuto e indagatore, il suo pese è finito nel suo romanzo, immortalato per sempre.
Un romanzo che ci racconta lo scorrere di una vita serena, ma anche la voglia di guardare con lucidità a quei bei borghi che si affacciano sul lago di Como poiché l’Autrice non solo li vuole raccontare, ma anche andarci a vivere. Ecco perché lungo il suo girovagare tra le viuzze di queste case fatte di pietra ha bisogno di sapere se il suo è rimpianto, abbaglio o vero amore.
Non c’è dubbio che ad assaporare il romanzo della Pellizzari saranno in particolare i suoi concittadini che, anche loro alla ricerca delle proprie radici, lo potranno gustare magari distesi all’ombra di un bell’albero mentre allungano lo sguardo verso un lago che ha ispirato molti poeti, compresa lei:
LAGO D’INVERNO
Cielo marmoreo grigio variegato,
montagne brulle dalle cime fumose, annebbiate,
acque immobili, tappeto di cenere,
non lasciano immaginare fecondità e vita
per alborelle, agoni e lavarelli,
borghi dalle strade deserte
sovrastati da silenzi spettrali.
Non colgo il fascino dell’inverno
In questo lago sopito
Che emana solo profumo di malinconia
Dentro la cornice di valli e cime incappellate di brume.
Torno sui miei passi,
ha sete d’altrove
E la sua casa di pietra, la sua borgata, scorre immutata lungo le righe del libro. Barbara Bertolini

Recensione di Rossella De Magistris  - scrittrice e poeta



28  Aprile 2021

Un libro per metà è scritto dall'autore e per metà dal lettore .

Chi legge , per ragioni diverse, non obbligatoriamente coglie ciò che l'autore desidera venga colto.

Tale premessa è legata alla recensione di M.S. , per me davvero molto gratificante e che riporto fedelmente qui di seguito.

GRAZIE a questo attento lettore per il tempo dedicato " AL MIO PAESE DENTRO UN ROMANZO".   Yvonne

                                                                                                 " Non sono mai stato a Marena. La descrizione paesaggistica ed ambientale è immedesimante, credo che se un giorno mi ci svegliassi senza sapere dove mi fossi addormentato la notte precedente sarei in grado di carpirne il luogo, saprei riconoscere certi scorci senza averli visti prima. Si sente l'autenticità dei personaggi, e il cambio di tono è intenso quando dalla descrizione si passa a contesti più profondi. Il tradimento, nel mondo animale non sociale esiste? O è la nostra "peculiarità" sociale che ricama il concetto di tradimento? Dunque, deve essere attribuito alla Natura o alla Cultura? Traspare una vena nostalgica, quasi malinconica nella dicotomia ieri-oggi, figurativamente e linguisticamente attenta nei termini " Vieni e Arrivo" nel contesto di accoglienza dell'altro in casa. Quindi sviscerata la necessità di confronto del vissuto ieri-oggi, resta l'immaginazione, ovvero il domani. Ma il domani rimarrà arbitrariamente sempre tale? Avrà mai la sua opportunità di tornare ad essere oggi?" - Aprile 2021, M.S.

.


Nessun commento:

Posta un commento