MIGLIONICO
Il paese più bello
del mondo
Non avevo mai sentito
parlare di MIGLIONICO fintanto che non incontrai colei divenuta negli anni
un’amica importante.
Le chiesi da dove veniva e
lei mi rispose che era nata a Miglionico,
un paese in provincia di Matera che mi descrisse come fosse “il paese più bello del mondo”.
Io l’avevo ascoltata e dentro di me avevo evocato le parole di mia
mamma: “ Ciascun uccello ama la sua valle”.
In effetti penso che per
ciascuno di noi il luogo natio, nel
ricordo rimane il luogo più bello del
mondo perché spesso è il teatro della nostra infanzia e adolescenza. Io che mi
diletto a scrivere, il mio paese l’ho racchiuso dentro un romanzo, seppure col
passare degli anni mi pare che
scema sempre più il desidero di tornarci
a vivere stabilmente, anche se nel contempo ho la certezza che mai potrei
abbandonarlo.
Ebbene, una quindicina di
anni fa il sentimento d’ amicizia con
lei si era già consolidato ed io andai al mare a Metaponto, sulla costa Jonica della Basilicata, che dista da
Miglionico quarantacinque chilometri e in quella occasione lo andai a
visitare.
I miei occhi lo videro
così: un paese tipico del Sud Italia,
case basse addossate l’una all’altra come volersi abbracciare, molte delle
quali dai tetti piatti simili a terrazzi oppure tutt’al più leggermente
spioventi, ricoperti di coppi usurati dalle intemperie e dal sole cocente.
Tetti quasi sempre
sprovvisti da grondaie.
Situato su di una dolce
collina richiama l’attenzione lo svettante Castello del Malconsiglio a
testimoniare una passato glorioso.
Era agosto, il paese era molto affollato e negli anni successivi, ricordando Miglionico, m’appariva vivida l’immagine della via principale brulicante di gente che consumava le serate a passeggiare avanti indietro dal Castello all’incirca verso la piazza del Mercato.
Il passio inteso come
passeggio serale, è consuetudine
quotidiana in numerosi paesi del sud Italia e non è affatto tempo sprecato perché è proprio in queste
occasioni che può accadere di tutto, possono persino nascere intrighi da
romanzo. Ciò che vidi a Miglionico, quindi non mi sorprese.
Successivamente andai sempre altrove e in Basilicata non
tornai più mentre lei, che a Miglionico
torna ogni estate , ha continuato a parlarmene con rinnovato entusiasmo.
Anzi, da alcuni anni
percepisco che ogni qualvolta lei evoca il suo paese, dalle parole trapela una
crescente nostalgia, ma potrei pure sbagliarmi…
Comunque anche a seguito dei suoi ripetuti inviti, quest’anno a Miglionico
sono ritornata e ci sono pure rimasta più
di qualche giorno.
Via Castello |
Dentro il cuore di Miglionico |
I luoghi, proprio come noi, vivono le stagioni,
indossano abiti diversi e in funzione
del periodo trasmettano al visitatore impressioni differenti.
Miglionico sul finire dell’autunno è ben differente da Miglionico agostano.
La strada leggermente in
salita mi ha permesso di ammirarlo dal basso verso l’alto e da subito mi è
parso bello. Le altezze disuguali degli case conferiscono al contesto , strano
a dirsi, un aspetto armonioso, molto gradevole da vedersi.
Ho raggiunto la sua casa,
stretta fra altre case, ma col davanti aperto sul Monte Acuto, su Montescaglioso
e sulla campagna lucana, ben curata e ben coltivata a rappresentare un popolo laborioso.
Mi sono poi addentrata per
il dedalo di vicoli a tratti angusti che corrono da un uscio all’altro, a momenti confondendomi e in altri sorprendendomi.
La via che ricordavo
affollata, la Via Castello, nei giorni scorsi era semi-deserta, soltanto
qualche dimorante affaccendato nell’espletamento dei quotidiani doveri, che
lei, ha immediatamente riconosciuto e salutato calorosamente senza mai
dimenticarsi di me.
Il Castello del
Malconsiglio, la congiura dei Baroni, la cui storia è generosamente scritta sui
libri, è visitabile e dalle terrazze si possono godere ampie panoramiche del territorio
circostante e se la giornata è nitida lo sguardo raggiunge persino Matera.
La torre con il
bell’orologio che scandisce le ore, le mezz’ ore e pure i quarti d’ora seguendo una propria
logica discordante cinque minuti dall’ora esatta senza comunque creare affanni
fra gli abitanti che incuranti vivono il loro tempo, si erge nel mezzo del
paese.
Le campane suonano a
ricordare che il paese è vivo e dentro le case dai tetti piatti, o ricoperte da
coppi vecchi, ci stanno coloro che a Miglionico sono nati e da qui mai se ne
andranno.
Loro rimarranno anche se i
figli se ne sono andati, poiché conversando
qua e là posso affermare senza timore d’essere smentita che sono molti coloro che
hanno figli sparsi per l’Europa. E non solo per l’ Europa.
In qualche vicolo le case
hanno le facciate degradate che
reclamano intonaco nuovo, pittura e pennello, forse molte delle quali di
proprietà di coloro che nonostante l’amor per il luogo natio hanno deciso di
partire e poi non hanno più trovato il coraggio o forse il tempo, di tornare
per restare. Chissà!
Miglionico ha pure delle
belle chiese, la parrocchiale di Santa Maria
Maggiore al suo interno custodisce un Crocifisso del 1629, opera del padre francescano Umile di Petralia
e un polittico composto da diciotto
tavole di Giovan Battista Cima, detto
Cima da Conegliano.
Durante il mio soggiorno si
è celebrata la riconsacrazione della
chiesa di Santa Maria delle Grazie, una
chiesetta del XVI secolo riedificata per volere di Ettore Fieramosca, la cui vela, attualmente in attesa di restauro,
custodisce due campanelle, una delle quali risalente al 1060 e pare sia la più
antica della Basilicata.
Intrattenendomi con un abitante
del luogo, poiché qui a Miglionico la conversazione scaturisce naturalmente
anche se non ci si conosce, sono venuta
a conoscenza che queste campanelle negli anni addietro entravano in funzione per annunciare la morte di bimbi poiché erano quelli, anni in cui la mortalità infantile era elevata.
Questa chiesa secondo me è alquanto
pregevole: nella parte centrale dell’altare
è visibile lo stemma di Miglionico ossia un guerriero a cavallo, con
corazzo ed elmo, armato di lancia, ammantato di pello di leone, voltato a destra, in atto di assaltare
il castello.
Alla parte destra
dell’altare invece c’è un grande affresco raffigurante la Natività di Maria Vergine dipinto dal Sodoma, un
pittore che lavorava alle dipendenze del Papa
e firmava le sue opere inserendo la figura di un gatto e un topo ( ben
visibili in questo affresco).
Chi legge abitualmente i miei report di viaggio sa che prediligo
descrivere le impressioni che i luoghi mi trasmettono perché le informazioni
storiche e le descrizioni delle attrattive sono ben documentate dalle numerose guide
turistiche, quindi mi limito a fornire
solo brevi accenni.
E’ indubbio che Miglionico,
forse anche grazie alla vicina Matera,
sta richiamando l’attenzione di numerosi
turisti e più di qualcuno ha deciso di
intraprendere l’attività di ospitalità con modalità Bed and Breakfast: segno che
questo splendido luogo desidera esibire al mondo la sua singolare
bellezza. ( Personalmente mi sono chiesta come mai non rientrasse ancora
nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia, ma sicuramente ci sarà una
motivazione che ignoro).
A Miglionico a dicembre è
tempo di spremitura delle olive perciò vanta un bel frantoio che io ho avuto modo di visitare. La
presenza di ulivi è considerevole e sicuramente la produzione di olio
rappresenta per gli abitanti una fonte di guadagno non trascurabile.
MIGLIONICO, mi ha regalato
del buon tempo. Forse ho la fortuna di saper naturalmente entrare in sintonia
con il luogo in cui mi vengo a trovare e a Miglionico mi sono sentita “ di
Miglionico”. Passeggiare per il paese, osservare il tutto alla ricerca di
particolari da imprimere nella memoria, incontrare
persone che nonostante non conoscessi mi
salutavano palesando la disponibilità alla conversazione, andare con la
mia amica nei piccoli negozi ben diversi dai supermercati per soddisfare le
necessità quotidiane, mi ha fatto
ricordare storie di giorni volati via, l’infanzia nel mio piccolo borgo sul
lago.
Nello spazio sottostante la
torre dell’orologio e nella piazza del Mercato quasi ogni giorno ho visto
gruppetti di uomini che dentro giacche
pesanti ,sciarpe e cappelli se ne stavano placidamente ad oziare. Uomini, in
particolare quelli la cui vita probabilmente è soprattutto da raccontare avendo
già raggiunto l’età della sapienza e della saggezza.
Del resto, in periodi come
questo in cui la campagna riposa, che altro dovrebbero fare?
Ho amato Miglionico dalle
strade svuotate dal fragoroso vociare errante,
ho apprezzato il silenzio
rotto soltanto dal ripetuto ticchettio dei miei passi, nonostante in alcuni momenti il vento di
tramontana mi infastidisse.
Ho apprezzato pure la mattina
in cui aprendo la finestra, sorprendentemente mi sono trovata dinnanzi ad un
paesaggio avvolto da brume nebbiose.
Ho apprezzato la calorosa ospitalità della gente del
sud, il loro saper trarre piacere dalle
riunioni conviviali, la pacatezza della vita quotidiana.
Ho apprezzato l’arte
culinaria genuina, naturale dai sapori intensi di Enza e Maria Rosaria.
Ho apprezzato il tipico
piatto di fave e cicoria cucinato da Laura.
Ricorderò con gioia i
momenti trascorsi con tutti voi: GRAZIE a Laura, Mimmo, Enza, Rina, Maria Rosaria, Tonio e Cenzino.
Miglionico un paese da
conoscere, da visitare, da vivere e soprattutto un paese che non deve morire!
Dicembre 2019 - Yvonne Pelizzari
Ringrazio Rosanna per il commento gratificante che ha lasciato su pagina fb-
RispondiEliminaRosanna Amati Ecco una descrizione degna del nostro bellissimo paese.Pensare che Miglionico ha suscitato queste belle sensazioni,mi emoziona.Ringrazio questa signora, per aver descritto in maniera dettagliata, tutto ciò che offre e trasmette la nostra terra.
Ringrazio Marisa per il gratificante commento lasciato su pagina FB
RispondiEliminaMarisa Pace - Bellissima descrizione, bravissima la scrittrice signora Yvonne che non ho avuto il piacere di conoscere. Nemmeno noi nativi del posto avremmo saputo fare di meglio nel descrivere e quasi rendere tangibile l'atmosfera che si respira a Miglionico....grazie
Vista la bellezza del tuo raccontare Miglionico sarebbe gradito di te raccontarci e presentarci tuoi contatti con miglionico
EliminaEro venuta a Miglionico una quindicina di anni fa e sono ritornata a dicembre. I miei contatti principali: un'amica. Desidera conoscere nome e cognome?
EliminaMi associo a Marisa
RispondiEliminaGentilissima Yvonne, sento il dovere, a nome di tutti i miei compaesani, di ringraziarti per le bellisime espressioni usate per descrivere il "nostro piccolo gioiello", Miglionico. Ho provato delle fortissime emozioni nel leggere le tue parole. Grazie di vero cuore. L'attaccamento alle proprie origini è un sentimento che è alla base della nostra esistenza. Andai via da Miglionico, nella vicina Matera, più di 60anni fa, ma l'amore per il mio piccolo si è raddoppiato, triplicato, ecc. In segno di riconoscenza per quello che mi ha dato, per come ha formato la mia esistenza fino all'adolescenza ho realizzato più di 20anni fa un sito internet (www.miglionicoweb.it) in cui cerco di portare alla memoria di tutti la sua storia, la sua arte, il suoi costumi e le sue tradizioni. Un saluto. Tonino Labriola
RispondiEliminaPer circa 40 anni il mio lavoro mi ha portato ha sostare in moltissimi luoghi della
RispondiEliminaterra. Un sentimento mi ha sempre tenuto legato a Miglionico: " La nostalgia".
Le sensazioni descritte dalla Pelizzari sono emozionanti e veritiere e sembrano, incredibilmente, appartenere ad un accanito miglionichese come il sottoscritto.
G
Il suo commento è per me gratificante poichè io amo non solo viaggiare bensì stabilire un contatto con il luogo. Dalle sue parole deduco che ho colto il senso del "vivere Miglionico". grazie
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