MUSSOLINI
IL CAPOBANDA
Perché
dovremmo vergognarci del fascismo
ALDO
CAZZULLO
Non rientra fra le letture di svago. Sulla tematica “ventennio
fascista” è stato scritto molto, ma come
accade nella narrazione dei fatti storici, le verità emergono molti anni dopo
il suo verificarsi per cui è utile, per coloro
che amano conoscere la storia, accostarsi alle pubblicazioni più
recenti. Antonio SCURATI sta compiendo un lavoro pregevole: il suo “ M Figlio
del Secolo” – romanzo documentario - ha vinto un Premio Strega e ha venduto più di 120 000 copie ,
seguito poi da “M il Figlio della Provvidenza”
.
ALDO CAZZULLO, con Mussolini
Il capobanda, attingendo ai fatti storici realmente
accaduti, offre molteplici spunti per riflettere e induce il lettore a
comprendere l’atmosfera del ventennio in cui Mussolini , con la violenza all’insegna
del santo manganello e dell’olio di ricino, è salito al potere, ma soprattutto mette
in risalto, sempre con fatti e testimonianze,
quanto siano false certe dicerie e convinzioni
purtroppo assai radicate.
A pg 332 scrive. “ E l’antifascismo sarà anche fuori moda, ma non è fuori tempo. Perché il fascismo non è morto del tutto con Mussolini. E’ finito il fenomeno storico sorto in Italia tra le due guerre mondiali. Ma migliaia di uomini, nel nostro Paese e altrove, hanno continuato a professare quelle idee, e dove hanno potuto, le hanno tristemente realizzate. Aggiungendo sangue a sangue, crimini a crimini”.
Vengono documentati delitti noti
di cui i mandanti sono certi, ad esempio quello di Giacomo Matteotti. Sconvolgenti
le pagine riguardanti Antonio Gramsci, la morte e il funerale di cui Pierpaolo Pasolini ha dato il titolo a un suo libro “ Le ceneri
di Gramsci”.
Si fa riferimento a numerosi personaggi che hanno avuto
parte gloriosa nella storia del Novecento: Togliatti, Pertini, Turati, etc. ai quali sono state dedicate strade e piazze e
dei quali molti non ricordano nulla.
Ovviamente si racconta di OVRA, della banda Kock – ( l’esecuzione
di Koch avvenuta il 5 giugno 1945 verrà filmata da uo dei suoi prigionieri:
Luchino Visconti)- degli enormi arricchimenti
dei gerarchi, facendo cenno anche all’oro di Dongo, di sevizie, di occupazioni,
di guerra, della Repubblica di Salò e della ingloriosa fine….trattasi appunto di
un libro di STORIA.
Non manca qualche “leggera chicca” inserite magistralmente dall’autore per “alleggerire” il contenuto quando si fa troppo “pesante”.
Il Dittatore aveva molte donne, o meglio ha “usato”
molte donne, persino l’ebrea critica d’arte Margherita Sarfatti che gli fu
amante nel contempo che la moglie, Donna
Rachele, cresceva la prole legittima. “ Cent’anni
fa, in questi stessi giorni, la nostra patria cadeva nelle mani di una banda di
deliquenti, guidati da un uomo cattivo e spietato. Un uomo capace di tutto:
persino di far chiudere in manicomio il proprio figlio, e la donna che l’aveva
messo al mondo”.
Clara Petacci, più giovane di lui di 30 anni, comunque non fu l’amante storica perché quella definita nel libro “storica” era milanese, dalla quale ebbe la figlia Elena
Curti che nei giorni ingloriosi stava
con lui a Salò alimentando la gelosia di donna Rachele e Clara Petacci.
Lo sapete vero che: “Nell’estate del 1930 Graziani si
sente abbastanza forte per conquistare l’oasi di Cufra, e per preparare l’attacco
il 31luglio vengono bombardate le oasi di Taizerbo…..Tutte le bombe erano
caricate con l’iprite, il tremendo gas vescicante della prima guerra mondiale,
bandito dalle convenzioni internazionali”.
“ Filippi smonta anche il mito più duro a morire: le
bonifiche. Il regime annuncia di voler risanare otto milioni di ettari. Dopo
dieci anni di lavori e spese, proclama di aver bonificato quattro milioni di
ettari; in realtà “erano effettivamente
completi o a buon punto solo i lavori su poco più di due milioni di ettari. Di
questi due milioni, un milione e mezzo erano bonifiche concluse dai governi
precedenti il 1922”. Il resto si farà dopo la guerra, con i soldi del piano
Marshall.”
“Nella storia la
parte giusta e la parte sbagliata non coincidono con il Bene e il Male.
Dalla
parte dell’antifascismo c’era anche una minoranza di persone malvagie, che
commisero delitti che non dobbiamo nascondere ma denunciare. E dalla parte del
fascismo, c’erano sicuramente brave persone, che a volte pagarono per colpe non
loro. In ogni caso, l’antifascismo resta la parte giusta; il fascismo quella
sbagliata”.