sabato 7 agosto 2021

L'ACQUA DEL LAGO NON E' MAI DOLCE - Giulia Caminito



 

Forse attratta dal titolo - essendo io nativa di lago - ho acquistato il romanzo di Giulia Caminito  qualche settimana  prima che il Premio Strega fosse assegnato a DUE VITE.

Ho iniziato la lettura con molto entusiasmo e le prime 130 pagine posso affermare di averle divorate, ma nel prosieguo  mentre  la narrazione s’arricchiva di dettagli l’entusiasmo è diminuito.

Anzi trattandosi di un romanzo, ritengo d’averci impiegato più del dovuto per terminarlo.

Sia chiaro,  dal mio modesto punto di vista di lettrice instancabile, lo considero un bel romanzo: indubbiamente ben scritto, con riflessioni argute e condivisibili  e anche con un buon grado di coinvolgimento, ma nel complesso non mi ha completamente convinta.

Forse la presenza di numerose elencazioni che, sempre a mio modeste parere, non hanno portato valore aggiunto al testo, mi hanno stancata tanto da indurmi, nella parte finale, ad evitarne la lettura.

La trama è interessante: tre storie di giovani donne che crescono.

Ragazze dalle condizioni sociali ben differenti. Storie che si sfiorano,  s’incontrano, s’intrecciano. Sentimenti che nascono, che muoiono. Sentimenti sinceri e sentimenti meschini. Periodi di vita. Adolescenze complesse come spesso lo sono le adolescenze degli anni duemila e, adolescenze annoiate.

La vera protagonista rimane Gaia, viso coperto di lentiggini e capelli rossi che decide di affrontare la vita a modo suo, a volte reagendo alle circostanze con violenza disattesa. Indubbiamente una personalità molto forte forgiata dalla difficile condizione famigliare. 

Gaia : “ …io non so farmi piacevole, non so camuffarmi da santa protettrice, ma sputo fiamme e alzo muraglia.”

 La sua famiglia, dagli scantinati di una Roma indifferente,  grazie alla costanza della mamma Antonia , va ad abitare sul lago di Bracciano.

Antonia è una donna onesta abituata a vivere nelle difficoltà , anzi costretta a lottare quotidianamente, per cui s’impegna sino allo stremo per dare a Gaia, l’unica figlia femmina, un’istruzione che le consenta di vivere una vita migliore della sua.

 Gaia frequenterà una buona scuola  ma sarà comunque sempre “diversa” per il solo fatto di appartenere ad una famiglia umile. Si farà onore nello studio e contrariamente a quanto tutti si attendono da lei compresi gli insegnanti che tentano di orientarla verso studi che le permettono l’ingresso precoce al lavoro, sceglierà la facoltà di filosofia…..

Ma non vado oltre, inserisco qui di seguito qualche stralcio che ritengo significativo:

 - Non è fingere e non è mentire, è omettere, mia madre ci insegna che raccontare le minuzie, le faccende, le piccolezze di famiglia in paese è molto peggio che affrontarlo nudi con le mani legate.

 - …io so bene che nelle stanze da letto si piange e se sento solo silenzio mi spavento.

 - Quanto più lo ripeti – ti amo –più si consuma, è cera che scende a gocce e smoccola, sporca a terra.

- Io vorrei dire che tutti mentiamo sulla nostra famiglia, è quello il covo delle nostre più ardite bugie, dove nascondiamo la nostra identità, ci inventiamo favole, proteggiamo ingiustizie, facciamo incetta di luoghi comuni e ci barrichiamo dietro le grida, le urla, i misteri…

 A proposito di spettatori televisivi:

- In breve tempo discutono sulle discussioni degli altri e discutono sull’utilità o meno di discuterne e discutono sul fatto che dopo mezz’ora di televisione già discutono e discutono sulla presenza della televisione e discutono sull’assenza della televisione, sul loro essere ineducati all’osservazione silenziosa del palinsesto nazionale.

 - Da lontano ogni gravità sembra piuma.

Luglio 2021- Y. P.