mercoledì 7 aprile 2021

SARA AL TRAMONTO - Maurizio De Giovanni

 SARA AL TRAMONTO

“Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l’acqua che essi  fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata. Questo è lo scopo della lettura”.

 


 Non mi è chiaro perché ho sempre necessità d’avere un libro con me. So con certezza che a completamento toilette per di uscire di casa, in qualunque luogo io vada, dapprima mi devo spruzzare delle gocce di profumo di buona qualità e poi mettere in borsa un libro.

Giorni fa, avendo deciso di tornare al mio borgo natio per trascorrere la Pasqua, ho portato con me un romanzo di MAURIZIO DE GIOVANNI -  lo scrittore, sceneggiatore e drammaturgo napoletano che ha dato vita al commissario Ricciardi, ai Bastardi di Pizzofalcone – dal titolo SARA AL TRAMONTO.

Dovrebbe trattarsi del primo di una serie di cui verrà fatta la fiction per la televisione. 

Un romanzo non impegnativo, ma molto piacevole da leggersi.

Ambientato a Napoli, la città natale dello scrittore, appartiene al genere giallo per cui

non intendo dilungarmi molto nella trama anche perché la struttura è la consueta del genere.

Il ritrovamento di un cadere  a seguito telefonata: un delitto, il falso assassino ritrovato accanto al cadavere rinchiuso in carcere e quindi caso chiuso.Ma poi un dubbio spinge Teresa la Bionda, a richiamare l’ amica ex- poliziotta in pensione, appunto SARA, la Mora, dai capelli grigi, sempre vestita anonimamente tanto  tanto d’apparire invisibile che ha la proprietà di leggere  le labbra delle persone sin quasi a leggere dentro l’anima ed affidarle delle indagini supplementari.

Indubbiamente la protagonista del romanzo è SARA, una donna per la quale viene istintivo provare stima e ammirazione,  ma attorno a lei girano personaggi alquanto interessanti come da esempio Viola, la giovane nuora vedova  che aspetta un bimbo dal figlio  Giorgio morto in un incidente che Sara  ha abbandonato con il marito,  per vivere appieno l’ amore con Massimiliano, il suo capo.

Viola e Sara instaurano un rapporto importante, dapprima incontrandosi sulla panchina di un parco al tramonto ma poi andando oltre perché Viola  intuisce che una così, una che aveva scelto contro il mondo intero di seguire un sentimento, era tutto tranne che ipocrita”

Ma anche l’Ispettore Davide Pardo con il suo  Bovaro del Bernese che collaborerà con Sara per indagare sul caso riaperto, è un personaggio alquanto particolare.

 Lo stile letterario di De Giovanni secondo me è molto meritevole ed ho molto apprezzato alcune descrizioni, insieme a gocce di saggezza,   anzi elenco qui di seguito qualche stralcio.

 

-          La gente , rifletté Sara resistendo al sonno, si aggrappa. Non fa altro alla fine. Si aggrappa a una persona, a un animale, a un ricordo. Si aggrappa alle bollette, al mutuo, alle vacanze. Si aggrappa per non affondare, fissando gli occhi su qualcosa di vicino per non dover guardare lontano, dove risiede solo l’abisso.

-          Scoprire quello che gli altri pensano davvero! Al di là delle dichiarazioni di facciata o delle frasi di comodo. Corna, maldicenze, invidie, gelosie, succede un sacco di brutta roba qua fuori.

-          Come se bastasse il colore, truccarsi e vestirsi con pezze da cinquemila euro a drappeggio per trasformarsi in una persona migliore, no, mammina? Come se bastasse a cancellare gli abbandoni e a rendere più teneri i ricordi. Io sono convinta che la sera, quando appoggi la tua bella testolina tinta di fresco sul cuscino, ti assalgono mostri terribili, mentre SARA ha solo amore e dolcezza da ricordare.

-          Rabbia, agitazione, preoccupazione, ansia non sono mai forze positive nel nostro mestiere…. Devi tenerle a distanza e collocarti quasi al confine del sonno, quando la tranquillità è tanto profonda da sembrare una coltre fittissima. Solo allora puoi metterti a pensare, a riflettere.

 

Aprile 2021- Y.P.

giovedì 1 aprile 2021

COMPLESSO di SANTA MARIA DELLE GRAZIE - Milano

 




S.MARIA DELLE GRAZIE – ( nella lista UNESCO) -  La prima parte  è datata 1466-1490 periodo in cui il milanese Guinforte Solari su di un appezzamento  di terreno donato Gasparo di Vimercate, comandante delle truppe francesi di Francesco Sforza,  costruisce il convento e la chiesa per i Domenicani provenienti da Pavia.

La seconda parte  da collocarsi nel periodo 1492-1496 è quanto fa delle Grazie un’epifania nel senso originario di apparizione.  

Fu l’arcivescovo Guido Antonio Arcimboldi  che pose la prima pietra della  nuova tribuna comprendente la cupola e il presbiterio e destinata a sostituire , nelle intenzioni di Ludovico il Moro, il presbiterio di Solari.

Foto da web ( Quando lo visitai era vietato fotografare)

La storia è assai lunga ed interessante e  per chi visita MILANO direi che è d'obbligo una visita al COMPLESSO di S.MARIA DELLE GRAZIE e il CENACOLO VINCIANO  al quale si accede  da Piazza Santa Maria delle Grazie. Dall’atrio settecentesco, avanzo dei corpi di fabbrica aggiunti per ospitare gli uffici dell’inquisizione si  entra nel refettorio, un ampio spazio rettangolare con volte a ombrella nei lati esterni, appartenente alla costruzione di  Guinforte Solari. Sul lato minore, in fondo, si trova L’ULTIMA CENA opera di Leonardo da Vinci realizzata in circa due anni, dopo il 1495, su invito di Ludovico Il Moro, alternando giorni di alacre impegno a lunghe pause :” dal nascente sole sino all’imbrunita sera soleva non levarsi mai il pennello di mano ma scordatosi il mangiare e il bere di continuo dipingere”.

 


 aprile 2021- Y.P.