martedì 28 dicembre 2021

GLI AQUILONI – Romain Gary



“Leggere è l’unica dipendenza che non nuoce, ed è la miglior cura per l’anima”

Dumitru Novac

GLI AQUILONI è l’ultimo romanzo di ROMAIN GARY. Nel 1980 lo consegna all’editore per la stampa e il 2 dicembre dello stesso anno si suicida con un colpo di pistola nella sua casa di rue du Bac a Parigi. Scrittore prestigioso ha scritto diverse opere  con  pseudonimi vari vincendo nel 1956 il Premio Goncourt  con LE RADICI DEL CIELO e  nel 2005  con “LA VITA DAVANTI A SE’” di cui recentemente è stata fatta la trasposizione cinematografica. Nel  1960 pubblicò LA PROMESSA DELL’ALBA dedicato alla mamma, un romanzo meraviglioso che la critica  considera un capolavoro.

 

GLI AQUILONI è un romanzo molto delicato  e molto inteso.

Ludo, il vero protagonista del romanzo è un ragazzino che  vive a Clery, in Normandia, con lo zio Ambroise “postino rurale” che dopo aver partecipato alla Grande Guerra diviene pacifista e  si dedica alla  sua grande passione  che consiste nel costruire aquiloni.

In un giorno qualsiasi durante una passeggiata Ludo vede per la prima volta una ragazzina assai graziosa con un cappello di paglia in testa che lo osserva con aria severa.

Il suo nome è Lila.

Lila non vive abitualmente in Normandia, vi ci abita soltanto in  estate e suo padre, Stanislas de Bronicki, un finanziere che guadagna e perde fortune in Borsa,  appartiene ad una  delle più grandi dinastie aristocratiche polacche.  

Lila ha anche un fratello, Tad, che così descrive la sua famiglia:

Vivo tra una madre completamente pazza, un padre che, se gliene capitasse l’occasione, si perderebbe al gioco la Polonia e una sorella che considera la verità come una nemica personale

L’incontro con Lila, diviene per Ludo una promessa d’amore che la vita deve mantenere e la sua convinzione non viene scalfita neppure  durante gli anni terribili dell’invasione tedesca della Polonia: un lungo periodo in cui Lila e la sua famiglia scompaiono.

Ludo comunque la porta con se come un’ombra e nel contempo si unisce alla Resistenza per salvare il suo villaggio dai nazisti.

Non mi dilungo oltre, evidenzio soltanto che sullo sfondo della storia di Ludo è Lila ci stanno tutti gli eventi storici del periodo, quindi è alquanto interessante.

 

Qualche stralcio:

-         A volte il miglior modo per dimenticare qualcuno è rivederlo

-         A forza di storcere tutto, si vede storto.

-         La verità è che non ci vuole né troppa ragione né troppo poca follia, ma ammetto che né troppo né troppo poco sono forse una buona ricetta per il Clos Joli  e l’amico Marcellin quando sta ai fornelli, mentre a volte bisogna saper perdere la testa.

-         Cercavo qualcosa da dire, perché bisogna sempre ricorrere alle parole per impedire al silenzio di parlare troppo forte,…

-         Se continui a dimenticarmi, sarà finita, Ludo. Finita. Più mi dimenticherai, più io diventerò soltanto un ricordo.

-         La disperazione è sempre una sottomissione

-         Anche le idee cessano di assomigliare a loro stesse nel momento in cui prendono corpo.

-         Si dice che la cosa più tremenda del nazismo sia il suo lato disumano. Si. Ma ci deve arrendere all’evidenza: questo lato disumano fa parte dell’umano. Fintantochè non si riconoscerà che la disumanità è cosa umana, si resterà in una pietosa bugia.

-         Le lacrime trovano sempre la strada, non serve a niente cercare di trattenerle.

-         E’ meglio sentirsi vittima di un’ingiustizia che sentirsi colpevoli.

-         Tuttavia quei giorni non furono privi di disgrazie – ci vogliono, in una vita, non se ne può fare a meno….. 

Terminata la lettura di  GLI AQUILONI non ho potuto evitare di pormi qualche domanda poichè mi sembra impossibile che l’autore, dopo averlo terminato si sia suicidato: la sua disperazione forse era talmente profonda per cui  decise di sottomettersi alla disperazione medesima come ha scritto nel romanzo. In tal modo è rimasto ignaro del successo della sua ultima opera.

 

Dicembre 2021 – y.p.

sabato 13 novembre 2021

L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE - MILAN KUNDERA

 

L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’ESSERE

Milan Kundera

 


 

Ci sono romanzi che coinvolgono il lettore per una trama avvincente e sorprendente, altri che pur non avendo nulla di sorprendente sono così intensi e così profondi che il lettore vive dentro la storia narrata  godendo  o subendo i turbamenti dell’anima dei protagonisti.

Non so se ho ben reso l’idea, in ogni caso secondo me, il romanzo di Milan Kundera  è davvero splendido e per chi ama la lettura “ imperdibile”. Oserei inserirlo pure fra i testi filosofici.

Italo Calvino  di quest’opera , sinteticamente ha scritto: “ Il suo romanzo ci dimostra come nella vita tutto quello che scegliamo e apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il proprio peso insostenibile. Forse solo la vivacità e la mobilità dell’intelligenza sfuggono a questa condanna: le qualità con cui è scritto il romanzo, che appartengono a un altro universo da quello del vivere”.

Non credo ci sia molto altro da aggiungere.

Milan Kundera , scrittore, saggista ,  poeta e drammaturgo è  nato in Boemia nel 1929 , vive in Francia ed è autore di numerose pubblicazioni.

L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’ESSERE è stato pubblicato in Francia per la prima volta nl 1984e successivamente, nel 1988  per la regia di  Philip Kaufman è stata realizzata la trasposizione cinematografica. 

La trama: 

Pietro Citati l’ha assimilata a  grandi linee a quella di AFFINITA’ ELETTIVE, in quanto anche qui abbiamo un quartetto: due uomini e due donne che vivono travagliate storie amorose.

Tomas – medico e poi lavavetri -  ama Tereza, fotografa,  ricambiato. Tomas non conosce la fedeltà: il suo essere lo costringe ad amoreggiare con molte donne poiché seppure è convinto che tutte siano simili ha la certezza che ciascuna ha qualcosa di differente che lui desidera scoprire.

Tereza ama Tomas e nonostante sia a conoscenza dei suoi tradimenti ( i capelli di Tomas profumano sempre di sesso di donna), finge di non sapere,  soffre ma va oltre.

 Franz ama Sabina un’artista, uno spirito libero che gode soltanto rincorrendo il tradimento.

Sabina amerà per un periodo  Franz e poi Tomas ma non resterà con nessuno dei due e se  ne andrà lontano…

“ Tradire significa uscire dai ranghi e partire verso l’ignoto. Sabina non conosceva niente di più bello che partire verso l’ignoto.”

Lui pur avendola sempre nel cuore, accetterà la devozione della giovane studentessa con gli occhiali neri.

Ma al quartetto è bene aggiungere anche Karenin, il cane di Tomas e Tereza poiché è proprio attraverso il rapporto  dei due con l’animale che l’autore evidenzia ed analizza le differenze fra le relazioni umane e le relazioni con gli animali.

 Non mancano eventi gli storici, poiché ambientato a Praga intorno al 1968, ossia il periodo della Primavera di Praga e la successiva invasione sovietica.

  Qualche stralcio

-          …la nostra vita è uno schizzo di nulla, un abbozzo senza quadro.

-          …solo ciò che è necessario è pesante, solo ciò che pesa ha valore.

-          Ormai sappiamo anche che l’anima non è che un’attività della materia grigia del cervello.

-          Contro il mondo della volgarità che la circondava, essa aveva infatti un’unica difesa: i libri che prendeva in prestito alla biblioteca comunale.

-          L’uomo senza saperlo compone la propria la vita secondo le leggi della bellezza persino nei momenti di più profondo smarrimento.

-          Il sogno è la prova che immaginare, sognare ciò che non è accaduto, è tra i più profondi bisogni dell’uomo.

-          Chi tende continuamente “verso l’alto” deve aspettarsi prima o poi d’essere colto da vertigine. Che cos’è la vertigine? Paura di cadere? Ma allora perché ci prende la vertigine anche su un belvedere fornito di una sicura ringhiera? La vertigine è qualcosa di diverso dalla paura di cadere. La vertigine è la voce del vuoto sotto di noi che ci attira, che ci alletta, è il desiderio di cadere, dal quale ci difendiamo con paura.

-          Chi si dà all’altro come un soldato si dà prigioniero, seve prima consegnare tutte le armi.

-          - Il rumore ha un vantaggio. Non fa sentire le parole.

-          Che cos’è la civetteria? Si potrebbe dire che è un comportamento che mira a suggerire la possibilità di un’intimità sessuale, senza che questa possibilità appaia mai come certezza. In altri termini: la civetteria è una promessa di coito non garantita. 

Ho ripreso questi stralci dalla prima metà del romanzo, ma ve ne sono molti altri.

Buona lettura!

Novembre 2021- Y.Pelizzari

domenica 31 ottobre 2021

LIGURIA BELLISSIMA!

 

LIGURIA  bellissima!

 



La LIGURIA, un’ampia falce di terra. Protetta da un’armoniosa conformazione montagnosa si  affaccia sul mare: basse  e medie scogliere alternate a piccole spiagge pianeggianti ma soprattutto angoli di paradiso, spesso non distinguibili dalla terra ferma.

In questi ultimi anni grazie ad una ritrovata amicizia, ho avuto modo di apprezzare  questa regione e soprattutto ho avuto la possibilità di conoscere borghi  di straordinaria bellezza di cui, precedentemente,  conoscevo solo di nome  come per esempio: Borgio Verezzi, Finalborgo, Bussana Vecchia, Apricale, Dolceacqua e molti altri ancora.

Ma non solo i borghi: per esempio SAVONA trovo sia una città deliziosa dal fascino particolare nonostante l’atmosfera di decadenza che si respira in  alcune zone.

Ebbene la settimana scorsa,  l’amica pittrice ed io,  incentivate dalle giornate soleggiate di  un autunno dal profumo d’estate, abbiamo programmato una breve vacanza proprio in Liguria, privilegiando la zona dello spezzino,  intenzionate a rivivere quei borghi visitati anni addietro e soprattutto desiderose di coricarci con l’eco del mare nelle orecchie.

Hotel Shelley


Abbiamo  quindi prenotato camere con vista mare all’Hotel Shelley e Delle Palme di LERICI. Situato sul Lungomare di fronte al porto turistico, la scelta si è rivelata più che appagante.


LERICI è sicuramente fra le mete turistiche più rinomate della Liguria ed in effetti è un borgo pregevole caratterizzato da un Castello eretto in posizione dominante sul promontorio roccioso dell'insenatura omonima. Di sera è ben illuminato e  contribuisce ad  impreziosire il contesto.

Inoltre vi è anche qualche buon tratto di spiaggia e una bellissima passeggiata: "Passeggiata Sem Benelli".


Passeggiata Sem Benelli

In questo periodo, nonostante la presenza di turisti era ancora notevole, le vie erano percorribili in tranquillità  ed i parcheggi reperibili anche gratuitamente.  

Senza soffermarmi oltre sul centro di LERICI, è mia intenzione esaltare la singolare spettacolarità di TELLARO, una frazione di LERICI che abbiamo raggiunto a piedi: una passeggiata di circa 5 chilometri che ci ha infuso  energia e buon umore.




TELLARO rientra fra i Borghi più belli d’Italia : le case dalle facciate tipicamente tinteggiate a colori  diversi e dalle altezze ineguali sono adagiate su di una media scogliera, interrotta da un piccolo porticciolo. L’insieme crea un insieme molto allegro ed offre una panoramica da incanto.

Scalinate e stretti vicoli si addentrano disordinatamente nel borgo, a volte facendo insorgere il dubbio che trattasi di ingressi privati, per poi ricredersi.



Interessante la Soto-ria: una galleria che si snoda  per circa 70 metri sotto i palazzi situati di fronte al  mare.   

Disseminati ovunque per i vicoli vi sono vasi di fiori che contribuiscono a rendere il borgo pittoresco: del resto il clima ligure mite tutto l’anno consente fioriture in ogni stagione.


 Il giorno successivo il nostro arrivo, ci siamo imbarcate su di un battello che da LERICI ci ha portate a PORTOVENERE , altro splendido borgo che si trova davanti all’Isola Palmaria.

Panoramica dal mare di PORTOVENERE

PORTOVENERE forse è maggiormente noto di LERICI poichè la grotta di BYRON credo lo abbia reso famoso in tutto il mondo.

 Entrambe a PORTOVENERE c’eravamo state anni addietro ed entrambe alla sera abbiamo concluso che mai avevamo visitato il borgo nella sua interezza.

Appena sbarcate abbiamo percorso il solito itinerario turistico che conduce alla Chiesa di San Pietro, la Chiesa più antica del Golfo  che sorge proprio sullo sperone roccioso estremo che scende a picco nel mare ( Promontorio delle Bocche)  e della quale Eugenio Montale  fa riferimento in una sua poesia.

Loggiato


A fianco della Chiesa io ho trovato particolarmente affascinante il loggiato romanico da cui si gode una vista sublime. Le origini e la storia della Chiesa di San Pietro sono molto interessanti poiché risale al V secolo ed inoltre, rientra fra gli edifici religiosi maggiormente gettonati per la celebrazione di matrimoni.



Sottostante la Chiesa, c’è  la Grotta di Byron al cui ingresso è affissa una lapide commemorativa recante una scritta facente riferimento alla leggenda che vuole che LORD BYRON sfidando le onde , nuotò  da  Portovenere  a Lerici per raggiungere l’amico poeta Percy Shelley che ivi abitava.

Dopo esserci soffermate in questo luogo per un tempo più che ragionevole, deliziate dal suono dell’arpa di un artista che poi abbiamo avuto il piacere di conoscere e intrattenerci, Riccardo Locorotondo, abbiamo intrapreso la salita ed abbiamo raggiunto il Castello Doria transitando davanti al Santuario della Madonna Bianca in Piazza San Lorenzo. 



Piazza San Lorenzo

Al Castello abbiamo trovato scenari paesaggistici inenarrabili: certe esperienze sono semplicemente da farsi e credo che l’autunno e la primavera siano le stagioni che maggiormente si prestano.


Il castello è assai grande e per una visita accurata occorrono almeno un paio d’ore ma soprattutto occorre salire, salire, salire sino all’ultima torretta.






Dal  Castello Doria si deve poi uscire e scendere in Portovenere vecchia: le scalinate sono diverse, c’è solo l’imbarazzo della scelta , in ogni caso tutte portano in basso o meglio nella piazzetta principale .


Fra i tipici carruggi spicca senz’altro quello di Via Giovanni Capellini dove oltre ai vari negozi di artigianato locale e focaccerie,  si trova appunto L’ANTICA OSTERIA del CARUGIO dove  attratte  dall’insegna , abbiamo deciso di fermarci a pranzare per poi scoprire che si trattava di un  ristorante storico rinomato.




Ricavato da locali antichi in mattoni a vista e con i soffitti a volte,  si possono consumare ottimi piatti tipici  della cucina ligure ed ovviamente pesce.

Dopo aver apprezzato la zuppa di pesce e il polpo con patate , ci siamo nuovamente incamminate per gli stretti vicoli dove in molti se ne stavano seduti sugli scalini dinanzi alle focaccerie a mangiarsi tranci di focaccia o farinata.

Piazza principale di Portovenere

La parte di PORTOVENERE opposta alla Chiesa di San Pietro dispone di una bel tratto di spiaggia ed in questi giorni c’era ancora chi si godeva un ultimo bagno. Dinanzi alla spiaggia numerose coltivazioni di cozze.


 

Spiaggia di Portovenere

Sempre nella convinzione che l’ambiente ha grande influenza sul benessere personale, in Liguria ho trascorso giorni immersa nella bellezza della natura oltre che nell’eleganza delle vie di Lerici, ho sognato nei dolci tramonti avvolgenti, mi sono deliziata nei garriti di grassi gabbiani, ho spaziato in compagnia delle onde e del loro canto  e conseguentemente sono rientrata  rigenerata.

 




OTTOBRE 2021- Y.P.

martedì 14 settembre 2021

IL PANE PERDUTO - Edith Bruck

 

IL PANE PERDUTO

Edith Bruck

Vincitore Premio STREGA GIOVANI 2021

 


“Racconta, non ci crederanno, racconta, se sopravvivi, anche per noi”

 IL PANE PERDUTO è un romanzo autobiografico  di Edith Bruck - nome d'arte di Edith Steinschreiber -  scrittrice, poetessa, traduttrice regista e testimone della Shoah ungherese naturalizzata italiana, oggi novantenne.

Un romanzo impressionante, come lo sono spesso i romanzi dello stesso genere: pagine che bucano lo stomaco e che  inevitabilmente portano a chiedersi se la crudeltà umana ha dei limiti oppure no. Durante la lettura  è inevitabile chiedersi come sia potuto accadere  ma anche,  se potrebbe ancora accadere.

Questa di Edith Bruck è una testimonianza sconvolgente che sintetizzerei dicendo che IL PANE PERDUTO narra le vicissitudini di una bimba che ha trascorso anni a peregrinare fra i vari campi di concentramento   e miracolosamente sopravvissuta  , forse anche grazie  all’aiuto della sorella Judith, maggiore di  lei di qualche anno.

Un’odissea che non si è conclusa con la liberazione e con la caduta della Germania…

Dopo l’esperienza vissuta, ricominciare non è stato facile: nata in Ungheria, aperti i lager in Germania è tornata al villaggio natale, ma senza ritrovare più nulla. La piccola casa distrutta , i genitori morti e i fratelli sparsi un po’ ovunque che comunque ritrovati, improvvisamente li ha sentiti completamente estranei.

Raggiungere Israele, non l’aveva acquietata : l’idea di fare il servizio militare, imbracciare le armi, era troppo per lei…Lasciato Israele altro pellegrinare. Dopo la Svizzera è poi  approdata a Roma, a Napoli  “ la soleggiata Napoli” e finalmente è sopraggiunto il sollievo: “ La città stessa, la gente, l’aria, il cielo, erano sorridenti”.

A Roma , infine trovò impiego in un  istituto di bellezza  e incontrò personaggi di spicco fra cui il poeta e regista Nelo Risi il cui sodalizio artistico e sentimentale è durato più di sessant’anni. 

Indubbiamente un romanzo prezioso che farei rientrare nei testi da leggere nelle scuole affinchè

le nuove generazioni abbiano piena consapevolezza di ciò che è accaduto e non si facciano  ingannare da coloro che sostengono che l’olocausto è solo un’invenzione, da coloro che in nome della Patria innalzano muri e inneggiano ai confini.

 Grazie a Edith Bruck per averci raccontato la sua drammatica storia e… secondo il mio modesto giudizio:  Premio Strega giovani 2021 più che meritato.

 

Qualche stralcio:

 

-       La parola PATRIA non l’ho mai pronunciata: in nome della patria i popoli commettono ogni nefandezza. Io abolirei la parola “patria”, come tante altre parole: “mio”, “zitto”, “obbedisci”, “la legge è uguale per tutti”, “nazionalismo”, “razzismo”, “guerra”, e quasi anche la parola “amore”, privata dalla sua sostanza.        

-       Nessuno è quello che è : tutti si adeguano si uniformano ai vari regimi. La vita è difficile fuori dal gregge. Il socialismo e la democrazia vanno rafforzati, ma qui quello che urge di più è la pace. Vivere sulle sabbie mobili è snervante. Il comunismo, nella realtà, diventa dittatura. I dittatori ipnotizzano la massa che non pensa, si unisce al più forte, applaude chi fa promesse. I dittatori sono dei plagiatori, ladri di mente, di sogni, sanno, annusano i desideri della gente e gli dicono ciò che vuole sentirsi dire. Vecchio gioco che si ripete da quando il mondo è mondo”.

 

 

Settembre 2021- Y. P.

giovedì 9 settembre 2021

GOTTRO di CARLAZZO ( provincia di COMO)

 

 GOTTRO

VIAGGIARE non significa soltanto  andare “lontano”. Si viaggia anche per raggiungere luoghi “vicini” mai visitati.




Oggi ho raggiunto GOTTRO , un piccolo borgo appartenente al comune di CARLAZZO che gode di una panoramica veramente singolare : sottostante ci sta il LAGO del PIANO , un piccolo lago che d’inverno si ricopre di ghiaccio, circondato da una riserva naturale con fitti canneti, boschi ed altro e in lontananza il LAGO di LUGANO.





Ho raggiunto GOTTRO principalmente per visitare la Chiesa di Santo Stefano Promartire  dove si trova un organo Serassi del 1858 (opera n. 653), prodotto dalla fabbrica fondata un paio di secoli prima nel quartiere Borgo Palazzo di Bergamo da Giuseppe Sarazzi (1693-1760), il cui padre Pierantonio era nativo di Cardano, località di Grandola e Uniti a pochi chilometri da Gottro. L’importanza dell’organo l’avevo appresa da un servizio televisivo per cui mi ero promessa di andarlo a vedere.


Ovviamente dopo aver visitato la Chiesa mi sono addentrata per le vie del borgo, alla ricerca

del tempo andato  e ciò che ha catturato la mia attenzione è stato il lavatoio.



Veramente un bel lavatoio: non ricordo d’aver visto altrove qualcosa di paragonabile.

Di notevoli dimensioni, coperto con travi in legno a vista, perfettamente funzionante.





Settembre - Y.P.