Il treno dei bambini
Poche informazioni sull’autrice:
Viola Ardone (Napoli 1974) insegna
latino e italiano al liceo.
la frase sul piatto
posteriore mi ha indotta quasi istintivamente all’acquisto.
“ A volte dobbiamo rinunciare a tutto, persino all’amore di una madre,
per scoprire il nostro destino. Nessuno romanzo lo aveva mai raccontato con
tanto ostinato candore”
Trama
La seconda guerra mondiale
è finita da un anno e nei quartieri poveri di Napoli regna la miseria più nera.
Siamo nel 1946 e il partito comunista al fine di far assaggiare un po’ di benessere ai bimbi
meridionali più disagiati, intraprende l’iniziativa di portarli via dalle
famiglie di appartenenza per alcuni mesi e darli in affido a famiglie settentrionali disponibili ad ospitarli.
Nei quartieri poveri dove
regna l’analfabetismo e conseguentemente l’ignoranza, quando corre voce dell’iniziativa
del partito comunista, l’agitazione si propaga e sono molti coloro che pensano
che i comunisti prenderanno i bambini e li porteranno in campi di lavoro,
magari in Russia…
In ogni caso la miseria è
una belva feroce e molte mamme si troveranno quasi costrette a lasciar partire i
loro figli.
Vengono organizzati dei
treni e sul treno in partenza da Napoli sale Amerigo, un bimbo di sette anni,
il vero protagonista del romanzo.
E proprio attraverso gli
occhi di Amerigo, un bimbo dall’intelligenza brillante, pagina dopo pagina potremo
assistere all’Italia che si rialza dopo il conflitto.
La storia di Amerigo a
tratti commovente poiché le separazioni sono sempre dolorose, ma nel contempo gioiosa
e sorprendente.
Meraviglioso leggere la
storia attraverso gli occhi di un bambino.
Ovviamente non svelo altro perché
questo romanzo definito il caso editoriale italiano dell’ultima fiera di Francoforte,
in corso di traduzione in 25 lingue è semplicemente DA LEGGERE.
Io l’ho letto in un paio di
sere poiché è davvero coinvolgente: qualche lacrima, molti sorrisi
Stralcio - Parte seconda- 15
- Non è fumo, è nebbia, - dice lei- Ti spaventa?
- No. Mi piace che le cose prima sono nascoste e poi spuntano fuori a sorpresa.
- Questa è la casa di mia cugina Rosa. Quando è bel tempo si vede anche dalla tua finestra, ma con la nebbia scompare.
- Pure a me piacerebbe scomparire, qualche volta, ma noi nel Meridione la nebbia non ce l’abbiamo ancora.
Nomi strani vero? E invece
no, il padre aveva scelto con cura i nomi dei figli attingendo a “Rivoluzionario”.
La famiglia è comunista e sarà proprio questa famiglia a
far scoprire ad Amerigo la sua naturale predisposizione per la musica: il
capo-famiglia lo indurrà a prendere le prime lezioni di violino.
Muoio dalla voglia da
raccontare altro, ma non voglio togliere nulla a chi deciderà di leggerlo.
IL TRENO DEI BAMBINI è un
romanzo che mi rimarrà nel cuore, anche
per lo stile letterario
accattivante e direi
geniale.
Ovviamente è molto
interessante dal punto di vista storico poiché racconta un’Italia che sta
scivolando nel dimenticatoio.
Buona
lettura.
Nessun commento:
Posta un commento