venerdì 26 luglio 2019

LO STRANIERO – ALBERT CAMUS


LO STRANIERO – ALBERT CAMUS



In questi giorni di metà luglio inoltrato il caldo è esploso e qualsiasi pur minima attività richiede un dispendio di energie superiore al dovuto, ragion per cui ho deciso di non affaticarmi  troppo e utilizzare il tempo nel tentativo forse vano, di accorciare la lista “libri da leggere”.
Chi mi segue sa che le mie letture sono eterogenee  e ai classici riservo sempre un certo riguardo perché sono convinta che alcuni letti al tempo della scuola, non li abbia completamente compresi e quindi non adeguatamente apprezzati.
Da tempo nell’elencazione rientrava LO STRANIERO di ALBERT CAMUS e ieri pomeriggio, sulla panchina della spiaggia un tempo dei salici piangenti, ( ora non più perché dei tre alberi sono rimaste soltanto le ceppaie piangenti), l’ho iniziato e sin dalle prime pagine ne sono rimasta coinvolta e in parte sorpresa.
Stupita che si possa scrivere un romanzo di così tale portata, dal quale Luchino Visconti nel 1967 ha tratto l’omonimo film con Marcello Mastroianni, raccontando semplicemente lo scorrere dei giorni  di un uomo che aveva perso la madre  e aveva ucciso un arabo.
Una cronaca nei minimi dettagli, comprese le  banalità,  lunga 120 pagine
.
Occorre davvero essere talentuosi per fare questo  e a Camus  certamente il talento non mancava tanto che il suo romanzo LO STRANIERO, pubblicato nel 1942, considerato un classico della letteratura contemporanea , secondo “LE Monde” occupa i primi posti dei cento libri imperdibili del Novecento.   

ALBERT CAMUS   1913-1960.  Premio Nobel per la Letteratura nel 1957  per il valore letterario delle sue opere,  è stato scrittore, saggista, giornalista, filosofo , drammaturgo e attivista politico francese. ( Nel 1933 si iscrive al Movimento antifascista nel 1935 aderisce al Partito Comunista francese)

Il mio libro edizione NOVANT’ANNI BOMPIANI 1929-2019 esteticamente è molto bello poiché ha la sovraccoperta in tela grigia.
Tradotto da Sergio Claudio Perroni il testo è preceduto da una nota di Roberto Saviano:

Camus è riuscito in un’impresa impossibile: quella di descrivere l’esistenza come qualcosa che accade.

Credo che non si possa fare miglior sintesi e LO STRANIERO è  certamente un libro imperdibile perché è pure impossibile da immaginarsi.
Credo non sia un caso se  è stato tradotto in quaranta lingue.

La trama è davvero semplice: protagonista è Meursalt un impiegato che vive ad Algeri la cui madre ricoverata in un ospizio muore. Chiede al datore di lavoro un permesso di due giorni per assistere al funerale, dopo di che ritorna nella sua casa e la vita continua. Si tratta di un uomo, Merusalt, che vive intensamente la vita, ma come fosse qualcosa che non lo riguardasse. Tutto accade perché deve accadere. Casualmente uccide un arabo, quindi viene arrestato, processato, condannato, ma il fulcro del romanzo non sta nelle vicissitudini bensì nelle modalità in cui questo uomo  le vive.

Io che amo la scrittura e vorrei tanto “scrivere bene” , sono sempre molto attenta allo stile letterario e quello di CAMUS da parte mia è considerato invidiabile con descrizioni sublimi.

Luglio 2019- Yvonne

lunedì 22 luglio 2019

IL MARE NERO DELL’INDIFFERENZA - Liliana Segre


IL MARE NERO DELL’INDIFFERENZA
Liliana SEGRE
( a cura di Giuseppe Civati)



Le mie letture spaziano e pure  la storia  rientra  fra i miei  interessi anche  perché ritengo che sia necessario conoscerla.
In particolare credo che sarebbe molto utile conoscere la storia più recente ossia  quella del novecento perché potrebbe esserci d'aiuto a  meglio comprendere  l’evolversi delle situazioni  sociali e politiche attuali.

In occasione della presentazione del mio ultimo “VITA D’ARTISTA” il maggio scorso al salone del libro di Torino, mentre stavo visitando i vari  stands  sono stata catturata da questo, pubblicato da People: IL MARE NERO DELL’INDIFFERENZA , il cui ricavato  dalle vendite sarà destinato a finanziare la Fondazione Memoriale della Shoah di Milano

LILIANA SEGRE,  deportata ad Auschwitz è tra i soli 25 superstiti.
Recentemente è divenuta  senatrice a vita e ritengo che non abbia bisogno di ulteriori presentazioni.

Ebbene senza esitare ho acquistato il libro a 12 euro e pochi giorni fa,  a seguito della lettura di un altro libro, SPARAMI AL PETTO il cui protagonista  è Mussolini, l’ho letto.

Una lettura molto interessante alla quale è seguito il mio totale sconcerto: seppure già avessi letto molti libri trattanti lo stesso argomento, questo ha qualcosa di molto differente.
La narrazione di Liliana Segre nella più completa semplicità lascia trapelare una marea di sentimenti in cui non è possibile domandarsi “come  sia potuto accadere” .
Ma davvero gli “italiani sono brava gente’”?.

Ho indossato la posizione della ragazzina  rapata,  spogliata nuda, davanti ai soldati  e poi tatuata: sul braccio , numero 75190,  affinchè non  avesse più neppure il nome.
Come si può sopravvivere a questo?
Ci ha impiegato anni  Liliana Segre per andare oltre e soltanto raggiunti i sessantanni, divenuta nonna,  ha preso la mirabile decisione di andare  ovunque, iniziando dalle scuole,a raccontare la STORIA.  
(Altro che  il Di Maio di turno  con ridicole affermazioni come " stiamo scrivendo la storia").

La Segre la STORIA l'ha vissuta,  è testimone vivente: una donna  che il regime lo ha  subito,  una donna che da quasi bambina per ben tre  volte ha superato la selezione  ad Auschwitz e poi…… “Non ho pianto più per anni, finchè non ho avuto il mio primo figlio che mi ha fatto piangere di nuovo”. 

Altro che  dire Mussolini “in fondo  Mussolini non ha fatto nulla, il suo unico errore è stato allearsi con Hitler”. Quanto volte ho sentito tale affermazione.
E quanta ignoranza traspare da questa affermazione…..

“All’inizio del 1937, fu approvato dal Consiglio dei Ministri PER LA PRIMA VOLTA  un progetto di legge dichiaratamente razzista, che riguardava i matrimoni misti e il meticciato. “Con il varo di un provvedimento improntato al razzismo “puro” ed esplicitamente definito ( quasi sin dal titolo stesso) di “difesa della razza”, Mussolini, il fascismo, la monarchia e il paese avevano compiuto una svolta formale terribile”.
Pag. 36 “ Nel Novembre del 1938 Mussolini, il governo e il Parlamento ( e il re) decretavano il divieto assoluto ( ossia totale) di matrimonio tra un cittadino italiano “ariano” e una persona appartenente a qualsiasi altra “razza” ( comprese quindi quella “ebraica” e quelle “africane”).
Il regime colpì allo steso modo altre popolazioni come quelle dei rom, dei sinti e dei camminanti, fin dagli anni venti.   

Liliana Segre in questo libro denuncia soprattutto l’indifferenza dentro la quale i fatti si sono succeduti e lei da un giorno con l’altro si è vista escludere dalla scuola a solo 8 anni per il semplice fatto di “essere nata” perché credo sia chiaro a tutti, che la persecuzione degli ebrei sino a progettarne la “soluzione finale” era dovuta al fatto che costoro fossero nati.

Non sono del tutto convinta di quanto afferma la Segre ossia che per lei sia stato meglio essere vittima anziché carnefice. Semplicemente per me è inconcepibile, che sia potuto accadere  e che sia accaduto nella totale indifferenza, mi è inconcepibile che ancora ai giorni nostri  ci siano taluni che parlano di “razze”, di “schedature dei rom”, e non vado oltre.
A pag. 122 è scritto.: 
“ Il ricordo della Shoah dovrebbe suscitare una vera e propria crisi intellettuale. “Aprite la mente al dubbio, alla ricerca, all’interrogativo profondo su di sé, sugli altri, sulla società, sui valori”
E a pag. 123: “ Se la memoria della Shoah ha raggiunto, oggi, pieno compimento grazie ai contributi eccellenti della ricerca storiografica, all’impegno di testimonianze dei sopravvissuti e all’istituzionalizzazione del Giorno della Memoria, come mai la società continua a ricadere nelle trappole del razzismo, dell’odio, della xenofobia, della discriminazione e della paura dell’altro da sé? Che cosa ne abbiamo fatto della memoria del genocidio?

Mi ripeto e suggerisco la lettura di questo libro perché è noto che purtroppo ci sono ancora taluni che tentano di negare  l’olocausto adducendo assurde interpretazioni . E' quindi doveroso da parte di noi  tutti, "italiani brava gente"  essere ben informati e saper rispondere adeguatamente
Sono solo 152 pagine  e le ultime contengono i disegni di legge presentati su iniziativa  anche  Segre.


22 luglio 2019 – Yvonne




domenica 21 luglio 2019

L'ORLO DEL TEMPO - Giuliano Ladolfi


L’ORLO DEL TEMPO

Bisogna incontrare le storie al momento giusto. Le cose che ci colpiscono a vent’anni non sono necessariamente le stesse che ci colpiscono a quaranta, e viceversa. Questo è vero nei libri e anche nella vita” G. Zevin


Ebbene L’ORLO DEL TEMPO, viaggiava con me fra Como e Milano già da qualche mese ma solo ieri, o meglio, proprio ieri sera dopo una giornata non particolarmente gioiosa a causa di pensieri tempestosi che non intendevo condividere perché non tutti i pensieri si possono raccontare, l’ho preso fra le mani per dare inizio alla lettura.
Sin dalle prime pagine ho avuto la chiara sensazione che ieri sera era proprio il momento giusto per incontrare le storie racchiuse dentro L’ORLO DEL TEMPO.
Duecentocinquanta pagine che mi hanno così tanto coinvolta che stasera alle 19,30 mi sono ritrovata sola sulla spiaggia seduta sulla piccola sedia a sdraio con il libro sulle ginocchia  a sole  dieci pagine dalla fine .
 Il sole già era calato dietro il Motto di Breglia ed io non mi ero accorta che tutti erano andati via, ed erano parecchi poiché la giornata era ben soleggiata.


Leggendo L'ORLO DEL TEMPO sulla spiaggia
 di SAN SIRO

La trama non si può sintetizzare brevemente poiché si tratta di un romanzo di notevole rilevanza che affronta molte tematiche, non da ultimo il senso della nostra esistenza.  
Ambientato fra Borgomanero, Stresa e Aorta fornisce descrizioni paesaggistiche poetiche e dettagliate che inducono il lettore  a desiderare di visitare quei luoghi .
I protagonisti principali, molto differenti  fra loro non solo  caratterialmente, s’incontrano al liceo nel 1968.
Sono giovani, allegri, esuberanti, spensierati,  in cerca della propria  rotta da intraprendere  e dove le storie d’amore o attrazione hanno il loro corso, in alcuni casi intrecciandosi pure.
Terminati gli studi molti di loro si perdono di vista come accade spesso, altri si vedono senza frequentarsi troppo, comunque tutti formano una famiglia e quindi l’autore affronta il tema delle relazioni, della genitorialità "che non consiste soltanto nella trasmissione del DNA, ma soprattutto di passione, di esplosioni interiori, di aperture di orizzonti...",  ma anche la religiosità, etc. etc..
Un romanzo dove le  vicende si svolgono in una lasso di tempo assai lungo: quarant’anni,  in cui emerge prepotentemente l’evoluzione dei tempi, la trasformazione della società e la nuova interpretazione degli  ideali. Crisi esistenziali che coinvolgono tutti i protagonisti.
Infatti i personaggi vivono crisi profonde, si perdono nella ricerca di trovare un senso alla propria esistenza, nel tentativo di comprendere la realtà spesso incomprensibile.
Valentino è indubbiamente il personaggio che mi ha maggiormente affascinata: da giovane ragazzo timido  che cercava di conquistare le ragazze con le poesie, in età adulta oltre a divenire preside  e scrittore di successo, dentro il romanzo rappresenta una figura di grande spessore, un maestro di vita e io ho voluto credere che raffiguri l’autore (Valentino:  un nome di fantasia per celare  l' autobiografia ?).
Personalmente l’ORLO DEL TEMPO lo considero un gran bel romanzo dai contenuti  che io prediligo,  racconti  introspettivi che mi hanno molto toccata.   Molte pagine le andrò a rileggere poiché ho fatto diverse sottolineature.
Non trascurabile,  lo stile letterario impeccabile che esalta la bellezza della lingua italiana.
Non ho la presunzione di voler considerare questo mio scritto una recensione, vorrei fosse solo un invito alla lettura, una lettura che sicuramente contribuisce all’arricchimento personale e può regalare qualche risposta a chi si pone delle domande. 
Infine, è un romanzo drammatico…. ma non svelo altro per non togliere il sapore della lettura a chi deciderà di leggerlo.  
Per me un romanzo necessario, di cui ne avevo bisogno.
Ringrazio l'autore per averlo scritto. 

Qualche stralcio
-         Se ciascuno l’interno affanno/sulla fronte scritto avesse/quanti mai che invidia fanno/ci farebbero pietà
-         Si attirano più mosche con un cucchiaio di miele che con un barile d’aceto
-         La religione vi deve tormentare, non deve lasciarvi con la coscienza tranquilla finchè esiste un’ingiustizia sulla terra, finchè ci sarà un povero.
-         Non esiste libertà senza responsabilità
-         Non è giusto che i veri educatori siano i nonni. A una certa età non si riesce più ad assumere un comportamento improntato alla norma, si tende ad essere indulgenti…..
20 Luglio 2019 - Yvonne

L’autore

Giuliano Ladolfi (1949), laureato in Lettere all’Università Cattolica di Milano con una tesi di pedagogia, ha diretto nove istituti di scuola secondaria superiore. Ha pubblicato quattro raccolte di poesia. Nel 1996 ha fondato la rivista di poesia, critica e letteratura «Atelier», sulla quale ha pubblicato più di cento saggi e che è diventata il punto di riferimento del dibattito nazionale. Si è occupato in modo particolare di poesia del Novecento con 30 monografie che hanno cambiato la critica letteraria italiana. Per le edizioni di Atelier ha curato L’opera comune, antologia di 17 poeti nati negli Anni Settanta (1999); per Interlinea di Novara ha pubblicato 15 studi, tra cui Per un’interpretazione del Decadentismo, Guido Gozzano Postmoderno e il saggio di estetica Per un nuovo umanesimo letterario, in cui ha espresso concezioni che stanno rivoluzionando il mondo della poesia e dell’arte contemporanea. Nel 2015 ha pubblicato il lavoro di saggistica La poesia del Novecento: dalla fuga alla ricerca della realtà (5 tomi). Suoi saggi sono apparsi su quasi tutte le più importanti riviste culturali italiane e straniere. È giornalista; collabora con la pagina della cultura del quotidiano Avvenire e ha diretto il mensile Noi. Per AltitaliaTV ha curato per dieci anni diverse rubriche televisive. Ha fondato e dirige a Borgomanero (No) nel 1988 il Centro Culturale “Don Pietro Bernini”e l’Università per la Terza Età. Nell’ottobre 2010 con Giulio Greco ha fondato la casa editrice “Giuliano Ladolfi editore s.r.l.”. È organizzatore e relatore di numerosi convegni letterari di rilevanza nazionale e internazionale. È stato docente in otto master per l’abilitazione degli insegnanti delle scuole superiori italiane. È stato docente a contratto alla Scuola Interateneo di Specializzazione per la Formazione degli Insegnanti della Scuola Secondaria SIS delle università statali di Vercelli e di Torino, dove ha insegnato Elementi di Sociolinguistica e Dialettologia. Attualmente è titolare di due cattedre a livello universitario di Pedagogia e Didattica di Storia dell’Arte e di Tecniche di scrittura all’Accademia delle Belle Arti di Novara. Vasta eco ha suscitato in Spagna la sua opera su Francisco Goya, profeta della crisi della cultura occidentale con uno studio sui Capricci (1997).

mercoledì 17 luglio 2019

MARENA - Borgo di SAN SIRO - Lago di Como

IL MIO PAESE


Di giorno ampie fasce d’azzurro avvolgono le montagne maestose, s’infiltrano persino negli angoli più reconditi ed esaltano la bellezza delle acque a volte  quiete, a volte leggermente increspate.

Atmosfera d’estate, di esultanza, di gioia, di bimbi festosi!
Nel pieno della solitudine amica si placano le turbolenze inevitabili del quotidiano vivere sino ad assaporare l’illusione di raggiunta felicità.
Gioire del contemplare la perfezione inenarrabile di una natura esuberante.
Stupore regalato della chioma rosa intenso dell’oleandro in piena fioritura e soffermarsi a respirare  l’aria pregna del profumo di limone, rosmarino, menta e timo….   
Ma poi il giorno lentamente si prepara ad incontrare la notte, muoiono le luci e il mio paese svanisce.
BELLANO - la sponda di fronte

Inutili  lampioni illuminano il niente,  nessun calpestio di passi, pure gli uccelli hanno terminato il concerto. Soltanto i cinghiali  tornano a scorrazzare  padroni di strade e sentieri e frantumano il silenzio con il loro orrendo grugnito.

Io dal balcone della casa di pietra osservo il mio paese addormentato.
E poi l’inquietudine sale, nonostante stasera la luna mi guarda e sorride.