martedì 26 marzo 2019

ROCCA SAN VITALE di FONTANELLATO


ROCCA SAN VITALE di FONTANELLATO







Ritengo che avendo la fortuna di vivere in un paese meraviglioso come l’Italia, non si possa fare a meno di uscire dalle proprie mura  e scoprire le bellezze che ci circondano.
E di bellezze ce ne sono davvero molte: a parte gli angoli paesaggisticamente straordinari, l’Italia ha un patrimonio architettonico di grande pregio.

Spesso si va all’estero a visitare rocche e castelli e spesso ci si dimentica dei nostri.

Ad esempio, a FONTANELLATO,


un popoloso borgo distante  circa venti chilometri da Parma c’è la ROCCA SANVITALE , visitabile in tutti i giorni dell’anno.


Conosciuta principalmente come  Castello di Fontanellato è un’edificazione medievale realizzata del XIV secolo sulle rovine di edificio già esistente e risalente al XII secolo.
Rimaneggiata  più volte nel corso degli anni è stata poi trasformata da fortezza a residenza dei CONTI PALLAVICINI che l’hanno abitata per sei secoli.
E’ circondata da un ampio fossato d’ acqua e  si trova in centro dello splendido borgo.






Nel suo complesso il maniero è ben conservato e all’ interno custodisce un vero e proprio gioiello ossia la Saletta di Diana e Atteone  affrescata dal Parmigianino.
L’ultimo Conte che vi abitò fino al 1948 la cedette poi al Comune di Fontanellato completa degli arredi ed il comune la trasformata poi in Museo.

Il biglietto d'ingresso è di 8 euro e la visita è sempre guidata e non si possono fare foto agli interni..

Gennaio 2019- Yvonne


lunedì 25 marzo 2019

LE PETIT PRINCE ovvero IL PICCOLO PRINCIPE


LE PETIT PRINCE ovvero IL PICCOLO PRINCIPE
Antoine de Saint-Exupéry



Nella mia città c’è un ciclo di incontri denominato “ VENERDI  PSICOLOGICO” in cui  degli Psicoterapeuti  a turno affrontano e sviluppano varie tematiche come ad esempio ottimismo, la colonna sonora della vita, l’ottimismo come renderlo una pratica quotidiana, etc. etc.
Venerdi scorso il tema era Il piccolo principe, l’essenziale è invisibile agli occhi”.

Ebbene sono arrivata con qualche minuto di ritardo, la sala era gremita e confesso che per un attimo ho provato stupore nel vedere scorrere sullo schermo le pagine del libro pubblicato nel 1943 e che ancora oggi rientra fra i  più venduti nel mondo : IL PICCOLO PRINCIPE.
Dopo pochi minuti ho compreso la motivazione.
Un libro che certamente  tutti abbiamo letto al tempo in cui andavamo a scuola  e del quale è pure stata fatta la trasposizione cinematografica: una fiaba sempre  di grande attualità.

L’autore
Nasce a Lione il 29 giugno 1900 e nel 1921 dopo aver conseguito il brevetto di pilota inizia a lavorare per diverse compagnie aeree e a scrivere.
Il suo primo libro fu Corriere del Sud pubblicato nel 1928.
Nel 1938 tentò di stabilire il record di volo da New York alla Terra del Fuoco, ma il suo aereo si schiantò al suolo poco dopo il decollo.
Il 31 luglio del 1944 era partito dalla Corsica per Grenoble sempre in aereo per un volo di ricognizione, ma scomparve e venne dato per disperso.
Alcuni suoi libri uscirono postumi: Lettere di gioventù, Taccuini E Un senso della Vita.

IL PICCOLO PRINCIPE è un libro a me molto caro,  tanto che lo possiedo sia in Francese  che in Italiano e che più volte ho ripreso fra le mani anche solo per riprendere passaggi che a volte ricordavo confusamente.
La trama  quasi banale è una favola, ma una splendida favola densa di significato e si presta a diversi livelli di lettura: uno molto semplice adatto ai bambini e un altro molto profondo riservato agli adulti.
Comunque non mi dilungo a raccontare la favola e rubo parole che altri hanno scritto in tal proposito e le riporto qui di seguito:
“ E’ un racconto fantastico, di quelli che vanno letti e riletti nei momenti più travagliati della nostra vita e che aiutano a riflettere sul significato delle cose”.

Nell’incontro a cui ho partecipato  lo psicoterapeuta partendo dal dialogo fra il piccolo principe e la volpe,  si è addentrato nella complessità delle relazioni in genere,  - amore, amicizia, etc.
Da un incontro può nascere un grande amore, una grande amicizia, ma occorre tempo.
Ogni relazione deve maturare e per maturare occorre che gli attori investano del tempo, ma spesso gli attori non lo sanno fare.

L’essenziale non si vede eppure in molti si sentono in dovere di esprimere giudizi su ciò che appare.

Marzo 2019- Yvonne

domenica 17 marzo 2019

IL DUOMO DI PAVIA



La curiosità di visitare qualcosa di bello, qualcosa di nuovo, qualcosa non troppo lontano da Milano  e che sovviene?

PAVIA  anzi il DUOMO di PAVIA



La facciata principale del Duomo che si affaccia appunto su Piazza Duomo con l'enigmatica  statua equestre  del REGISOLE, opera dello scultore Giuseppe Messina , lì collocata nel 1937.
Perchè enigmatica? Poichè a tal proposito non è ben chiaro chi rappresenti : forse un imperatore, forse Teodorico, forse Marco Aurelio o forse altro ancora.
( Chi volesse approfondire può visitare il sito di Pavia tricolore) 

Duomo , ma non nella sua intierezza poichè è assai imponente

Il Duomo di Pavia è dedicato a S. Stefano Martire e S.Maria Assunta  ed è la Chiesa più imponente della città.   Si tratta di un grande edificio dall'architettura in stile  rinascimentale  risalente al 1488, sintesi di pianta centrale e longitudinale che anticipa le ricerche tipologiche intorno alla basilica di S.Pietro a Roma


L’interno è strutturato a croce greca; ciascuno dei quattro bracci è diviso in tre navate. Gli otto pilastri che reggono la cupola presentano forme articolate; tutti gli altri pilastri hanno invece identica conformazione. I capitelli, di tipologia corinzia, denunciano le differenti epoche di esecuzione, dalla fine del Quattrocento (nel coro) al tardo Ottocento (campate occidentali). Nella parte superiore le pareti sono ritmate da gallerie che arricchiscono il gioco di volumi.






Per saperne di più:.http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/PV240-00052/

Marzo 2019- Yvonne


sabato 16 marzo 2019

ISTRUZIONI PER DIVENTARE FASCISTI- Michela Murgia


ISTRUZIONI PER DIVENTARE FASCISTI
Michela Murgia


Non mi è facile recensire questo piccolo volume scritto recentemente da Michela Murgia  e pubblicato da Einaudi.

Premetto che è ben lontano da me il desiderio di diventare fascista, non ho mai simpatizzato per il fascismo e non sono assolutamente in linea con chi sostiene che il fascismo possa aver avuto delle positività.
((Solo uno dei tanti  dettagli: durante il regime fascista le donne non avevano diritto di voto- il suffragio femminile risale al 1946) .
Credo convintamente che qualsiasi sistema antidemocratico che limita la libertà di espressione e non solo,  non abbia nulla di positivo e appartengo a coloro che sostengono e difendono la democrazia con tutte le sue imperfezioni  compreso i costi poiché la democrazia ha un prezzo non trascurabile.

In ogni caso apprezzando Michela Murgia  come scrittrice per  aver letto quasi tutti i suoi romanzi, in particolare cito Accabadora premio Campiello e Super Mondello 2009 e  Ave Mary, vedendo questo in libreria mi sono chiesta come mai avesse scelto simile titolo per un suo libro.

Ebbene l’ho acquistato  al prezzo di euro 10,50, in qualche ora l’ho letto e sin dalle prime pagine mi sono resa conto che si trattava di un libro con un titolo  provocatorio.

Essere democratici è una fatica immane. Significa fare i conti con la complessità, fornire al maggiore numero di persone  gli strumenti per decodificare e interpretare il presente, garantire spazi e modalità di partecipazione a chiunque voglia servirsene per migliorare lo stare insieme. Inoltre non a tutti interessa essere democratici. A dire il vero, se guardiamo l’Italia  di oggi, sembra che non interessi a nessuno, tanto meno alla politica. Allora perché continuiamo a perdere tempo con la democrazia quando possiamo prendere una scorciatoia più rapida e sicura? Il fascismo non è un sistema collaudato che garantisce una migliore gestione dello Stato, meno costosa, più veloce ed efficiente?”

Un centinaio di pagine fra paradosso e ironia aventi l’obbiettivo di invitare noi tutti ad alzare la guardia contro i relitti del passato che contamino il presente.

Le prime sono dedicate  all’utilizzo delle parole  poiché sono proprio le parole che danno vita ai comportamenti e chi sa controllare le parole controlla anche i comportamenti.
Esempio: c’è differenza fra un leader e un capo: il popolo con un leader può pretendere di essere ascoltato, di entrare in merito alle decisioni, etc. etc  mentre un popolo che riconosce il capo vive più sereno e obbedisce. Infine educato il popolo a riconoscersi nel capo, il capo deve occuparsi di mantenere il consenso spesso tramite una comunicazione efficace e banale in modo che raggiunga il popolo.
Il seguente passaggio mi pare non trascurabile: 
La democrazia sostiene che siamo tutti uguali? Lasciamoglielo dimostrare facendo in modo che tutte le opnioni siano percepite uguali. Se convinciamo tutti che uno vale uno, alla fine nessuno varrà più di un altro e ogni cosa, idee e persone, sarà perfettamente intercambiabile, come se la si estraesse a caso da un mazzo di carte. Occorre minare ogni principio di autorevolezza tra i pareri, dunque, affinchè vero o falso non siano più distinguibili in base a chi li afferma, ma per farlo sarà essenziale demolire le figure pubbliche che hanno un’autorità morale o scientifica….
I medici? Servi delle grandi case farmaceutiche.
Statisti ed economisti? Manipolatori di numeri al soldo della casta.
Scrittori? Radical-chic
Gli intellettuali a cosa servono davvero? ….. "

Secondo me è un libro valido che prende in esame la comunicazione attuale e  ben si presta ad aprire una discussione e riflessione .
Può servire a richiamare l’attenzione di tutti noi affinchè  impariamo a dubitare sempre delle fiumane di parole che abitualmente escono dalle bocche dei nostri governanti.
Non limitiamoci ad ascoltare, cerchiamo di approfondire, dare un senso alle parole poiché le parole un significato ce l’hanno e soprattutto cerchiamo di mantenere viva la  memoria.
E infine teniamoceli stretti i cosidetti "giornaloni" perchè non c'è democrazia senza libertà di stampa....
Non facciamoci fregare e non demonizziamo tutte le istituzioni.

Ancora qualche stralcio qui di seguito:

-          Non si diventa fascisti senza un nemico, perché il fascismo per porsi deve opporsi
-          (... i democratici non sanno rinunciare all’idea di legittimare le differenze di pensiero e continuano a essere inspiegabilmente generosi con chi è portatore di dissenso. Essi quindi non chiamano nemico il loro antagonista politico, ma avversario….)

-          Pag. 34 - C’è una sola maniera per far percepire come minaccioso qualcuno evidentemente fragile: raccontarsi ancora più fragili e mettere le due fragilità in competizione. Cercano lavoro? Non ce n’è neppure per noi. Scappano dalla guerra? Prima vengono i nostri vecchi senza pensione…etc. etc.



Marzo 2019 - Yvonne

giovedì 14 marzo 2019

COIMBRA - L'antica capitale




La mia breve vacanza portoghese comprendeva la visita di COIMBRA, una bella cittadina bagnata dal fiume Mondego e un tempo capitale del Portogallo.


Attualmente COIMBRA richiama molti turisti per L’UNIVERSITA’, ALTA E SOFIA , Patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 22 giugno 2013.

Una grande area che si suddivide in quattro nuclei:
-          Collegi del XVI secolo
-          Cortile delle Scuole, che sarebbe la zona principale e dove sono visibili ricordi del periodo romano e di quello islamico, il Palazzo Reale della prima dinastia portoghese ed una delle biblioteche più belle del mondo.
-          Edifici riforma pombalina
-          Cmplesso dello Stato Nuovo, aspetto del cambiamento della zona Alta della Coimbra del XX secolo.

Non solo, a Coimbra vi è un grande parco dove ci si reca a visitare la Fonte do Amores che la leggenda vuole sia il luogo dove   s’incontravano Dona Ines De Castro e Don Pedro, i protagonisti di una tormentata e passionale storia d’amore.

La mia compagna di viaggio ed io abbiamo raggiunto COIMBRA in treno partendo dalla stazione Sao Bento di Porto. Tempo di percorrenza un’ora e mezza -e costo biglietto andata e ritorno euro 24.
Pure il nostro viaggio di andata è stato assai “tormentato” poiché il biglietto  acquistato prevedeva i posti 115 e 117 della carrozza 26, ma purtroppo il treno era composto soltanto da 25 carrozze.

In ogni caso giunte alla stazione di Coimbra ci siamo incamminate a piedi verso il centro della città distante una buona ventina di minuti.  La nostra meta privilegiata era appunto la zona dell’università, situata nella città alta.


Ci siamo soffermate in centro, nella Praca De Maio dominata da una grande chiesa – Igreia di Santa Cruz al cui interno vi è una grande mausoleo con i resti del primo re del Portogallo – quindi abbiamo proseguito sulla  via principale abbastanza affollata e ai cui lati vi erano assiepate numerose bancherelle d’artigianato locale e artisti di strada, per lo più musicanti.


La salita non è troppo dolce e noi ci siamo fermate per una breve sosta e un panino in uno dei tanti locali .
Proseguendo abbiamo raggiunto la Cattedrale Vecchia di Coimbra che le guide annoverano fra i più importanti edifici in stile romano del Portogallo.



E’ davvero imponente e maestosa e indubbiamente merita una visita.


Salendo e salendo siamo finalmente arrivate all’università di Coimbra e la fatica è stata ampiamente ricompensata.

L’Università è stata fondata nel 1290 dal Re D. Dinis e ha avuto un’alternanza fra Coimbra e Lisbona  per più di 2 secoli. Nel 1537 Coimbra è divenuta la sede definitiva e rientra fra le università più antiche d’Europa.
La visita di questo luogo richiede almeno un paio d’ore .
C’è da vedere la Cappella di S. Miguel al cui interno si trova un maestoso organo del 1700  e molte decorazioni .





La biblioteca Joanina che come già scritto è ritenuta come una delle più belle al mondo.
In stile barocco è riccamente decorata e il vero tesoro sono i 60.000 volumi dal XVI al XVIII secolo e che ancora oggi si possono consultare.
La storia della biblioteca è molto interessante poiché la conservazione dei volumi richiede cure particolari come il mantenimento di una determinata temperatura.
Le pareti sono state  realizzate con uno spessore se ben ricordo di più di 2 mt e qui da anni vivono dei pipistrelli utili a sterminare gli insetti affinchè questi non intacchino i libri.
( All'interno della Biblioteca non si possono fare foto)

Abbiamo poi visitato gli interni del Palazzo Reale, le aule , etc. etc.


Da questo luogo si godono panorami inenarrabili.


Per le vie di Coimbra
Non mi dilungo oltre, ma suggerisco a chi visita Porto di prevedere una giornata a COIMBRA.

Marzo 2019 - Yvonne

martedì 12 marzo 2019

PORTO


Amando il PORTOGALLO - PORTO

Premessa 
Io che da sempre amo scrivere e che vorrei  fermare emozioni ed impressioni sulle pagine di un quaderno, ritengo che  “ il viaggiare “ sia il seme che  fomenta la scrittura.
Amo immaginare di partire, non importa se per intraprendere un viaggio lungo o corto.
Abitualmente all’immaginazione  cerco di far  seguire la realizzazione.
Mi piace individuare  la meta che per me non è quasi mai casuale bensì spesso frutto della lettura di un libro, della visione di un film o altro.
Mi piace poi  programmare  come meglio spendere il tempo a meta raggiunta.
Sino dall’istante in cui inizio la prenotazione dello spostamento, spesso l’aereo, altre volte il treno, mi carico di entusiasmo e i giorni  che precedono la partenza spesso sono ossigeno alla quotidianità non sempre leggera.
Infine qualche anno fa mi venne l’idea di  concedermi,  in occasione del mio compleanno,  un breve viaggio. Mi sono detta “basta” con i soliti pranzi, la torta , le candele a ricordare il numero degli anni vissuti e poi dolci e dolcetti vari. 
Ho sottoposto l’idea al vaglio della mia compagna di viaggio anche lei nata a febbraio e che  da oramai 12 anni viaggiamo insieme.
Non abbiamo  perso molto tempo per trovare un accordo, anzi in breve abbiamo concluso che per noi nessun regalo può essere più desiderabile di  un viaggio.
Asserisce che viaggiare per lei rappresenta una necessità ben più importante della meta da raggiungere per cui,  quasi sempre sono io che mi dedico all’individuazione del luogo da visitare.
Dopo  Faro e l’Algarve che qualche anno fa ci aveva letteralmente conquistate con le sue spiagge immaginifiche , quest’anno siamo ritornate in Portogallo più a nord  per visitare PORTO e COIMBRA.
PORTO 
Porto ripresa dall'alto della Torre Clerigos
Levataccia quasi nel cuore della notte per raggiungere l’aeroporto  Caravaggio di Orio Al Serio e in considerazione della differenza oraria siamo arrivate a Porto alle 8.30 di mattina.
La giornata non era delle migliori poiché Porto era sovrastata da un cielo plumbeo e nel pressi del Duero spirava un’aria frizzante che richiedeva l’uso di  calda sciarpa.
Ciò nonostante  da subito la città ci è apparsa alquanto bella .
Dall’aeroporto Francisco Sa Carneiro abbiamo preso la metropolitana per raggiungere il centro: il nostro albergo era nei pressi della stazione Sao Bento e poco distante da Praca Libertade: un’ampia piazza contornata da elegantissimi palazzi e una  bella fontana rettagolare e anche  da sei cabine telefoniche rosse modello inglese. 

Questa piazza di sera  ben illuminata offre una superba panoramica.

 La metropolitana di Porto corre prevalentemente in superficie, le carrozze sono pulite e apparentemente sembrano di recente costruzione. Non vi è dubbio che dall’aeroporto per raggiungere la città è meno dispendioso prendere la metropolitana  il cui costo del biglietto è di euro 2,50 mentre un taxi costa  25/30 euro. ( Oltrettutto la metro parte proprio dall’aeroporto)

Depositati i bagagli in albergo,  siamo  uscite e abbiamo iniziato a divertirci con esclamazioni varie: la svettante Torre dos Clerigos  progettata dal maestro del barocco Niccolò Nasoni, con i suoi 76 metri ci appariva davvero maestosa e l’indomani  abbiamo raggiunto il punto più alto dopo aver salito la scala  di 227 gradini.  In cima si gode la vista della città fino a raggiungere l’oceano Atlantico .


Nei pressi della Torre dos Clerigos , molto interessante da visitare  è il Centro Portugues de  fotografia, un edificio che un tempo fu una prigione, il cui ingresso è gratuito e dove  sono collezionate ed esposte macchine fotografiche e cineprese di ogni epoca: un vero paradiso per gli amanti del genere ma di grande  interesse anche per i non conoscitori.


Incamminate poi verso il fiume, ci siamo ritrovate a Ribeira è qui la meraviglia ci ha rubato le parole. Riberia  è  un quadro. Un labirinto di vicoli medievali che  corrono fino a raggiungere il fiume  e poi palazzi , case , addossate l’un l’altra dalle facciate dai  diversi colori e talune rivestite dai tipici  azulejos. Un insieme armonioso che si specchia nelle acque del Duero sovrastato dal grande Ponte  Dom Luis 1. Un  ponte davvero imponente in ferro costruito nel fra il 1881 e 1886, alto 45 metri e lungo 385.(Apparentemente ben tenuto non mostra nessun segno di cedimento…anzi non mostra neppure la sua età).
Uno spettacolo inenarrabile non casualmente inserito nel Patrimonio dell’Umanità.
Ribeira è una zona bellissima ricca di chiese, palazzi, negozi, ristoranti tipici,  taverne , in sintesi è la cartolina panoramica che identifica PORTO.

Da visitare sicuramente è il Palacio da Bolsa, un edificio in stile neoclassico risalente ai primi anni del novecento e  dal sontuoso interno che rappresentava  il potere economico della città.

Poco distante dal Palacio da Bolsa, si trova la Chiesa di Sao Francisco che le guide turistiche definiscono imperdibile e indubbiamente è una chiesa di grande pregio, anche se è pur vero che tutte le Chiese di Porto  sono esageratamente ricche   con decorazioni dorate e magnifici organi . Tutte  vantano storie ragguardevoli , ma per visitarle tutte occorrerebbero diversi giorni quindi è necessario privilegiarne soltanto qualcuna.
Chiesa di Sao Francisco
Noi ne  abbiamo visitate alcune e ci siamo soffermate in particolare su la SE’, Cattedrale di Porto che si erge su di un’altura e domina  Ribeira. Assomiglia a una fortezza mentre la facciata principale evoca nella sua forma Notre Dame.  Fu fondata nel XII secolo e successivamente rimaneggiata in stile barocco. Qui vennero celebrate le nozze  tra Re Joao I e Philippa di Lancaster e nel 1394 venne battezzato Enrico il Navigatore che fu il promotore delle navigazioni e delle scoperte portoghesi.
Molto interessante il chiostro gotico e  la loggia con le pareti interamente ricoperte di azulejos azzurri raffiguranti scene ispirate al Cantico dei Cantici.   
Adiacente alla Cattedrale spicca la facciata del palazzo vescovile.
Questo è un luogo incantevole e dall’ampio piazzale  Terreiro da Sé antistante Cattedrale e Palazzo vescovile, si gode un panorama mozzafiato. Al centro della piazza  nel 1945 è stato posizionato il Pelourinho da Sé, un grande obelisco.





Non è mia intenzione elencare quanto c’è da visitare  e ho visitato a Porto poiché non sto redigendo una guida turistica bensì desidero descrivere la città come io l’ho vissuta.


Una città molto suggestiva, dall’atmosfera vivace: le strade quasi mai deserte, neppure le meno centrali.  Indubbiamente  molto frequentata da noi italiani poiché ovunque ho sentito parlare la nostra lingua. I portoghesi mi sono sembrati molto accoglienti, cordiali e calorosi e mi dispiace assai di non conoscere la loro lingua che si diversifica molto dallo spagnolo che seppure non l’ho studiato riesco a comprenderlo quel tanto che basta.

A Porto si mangia bene: noi abbiamo scoperto casualmente un Ristorante molto carino, con tovaglie e tovaglioli in stoffa, dove si mangia dell’ottimo pesce, ma pure della buona carne  e del buon prosciutto. I prezzi sono per noi italiani tendenti al basso mentre paragonati a quelli di Porto sono allineati ad altri ristoranti dove però  trattamento e  qualità  sono inferiori ,  tanto che  qui vi abbiamo cenato per due sere. SOLAR MOINHO  DE VENTO in R. de Sá de Noronha 81. Dispone di un proprio sito ed è segnalato da più guide.
Dimenticavo: qui pure la sangria è di tutto rispetto, perché io e la mia compagna di viaggio per quanto concerne la sangria siamo divenute esperte intenditrici.


A Porto circolano molti tram non proprio di ultima generazione, ma molto belli da vedersi. In legno come quelli che un tempo circolavano a Milano, con le poltrone in pelle e,  noi che amiamo vivere i luoghi e assaporare la vita che vivono gli abitanti, siamo salite sul tram della linea 1  nei pressi della Chiesa di San Francisco, in direzione Passeio Alegre e abbiamo raggiunto FOZ DO DOURO, a ovest del centro storico vicino alla foce del fiume.


Qui ci siamo trovate dinnanzi ad uno spettacolo disatteso: spiagge immense e onde vorticose  che si rincorrevano incessantemente  diffondendo nell’aria il fragoroso canto dell’Oceano Atlantico.
La giornata a pieno sole, il cielo simile a un incredibile  tappeto color zaffiro ci hanno regalato qualche ora da paradiso.
Pensieri ingrati e piccole tribolazioni di cui nessuno se ne può esentare, in un attimo sono stati risucchiati dalle onde:  abbiamo passeggiato sulla spiaggia incuranti dei sassolini che entravano nelle scarpe, abbiamo goduto appieno dello spettacolo dinnanzi a noi contemplando anche il Faro Senhora da Luz posizionato in cima a un molo esposto totalmente alla furia dell’Atlantico.

Abbiamo scattato numerose foto poiché ogni onda ci appariva diversa.

Tornate poi in Ribeira con lo stesso tram traballante, direzione Infante e poi camminando fra le numerose bancherelle che esponevano artigianato locale,  abbiamo attraversato il ponte  Dom Luis I, opera di Seyrig, un ingegnere tedesco allievo di  Gustave Eiffel,  intenzionate a degustare il buon vino PORTO.
E si, chi visita Porto non dovrebbe mai perdersi una buona degustazione da farsi in una delle tante cantine che corrono lungo la riva del Deuro. Sono veramente molte : Calem, Croft, Sandeman, etc. etc.

Qui oltre a degustare il vino si ha la possibilità di conoscere la storia del pregiato distillato e soprattutto s’ impara a distinguerne l’aroma fra le diverse specie.

Non mi dilungo oltre, mi limito ad assicurare che a Porto non ci si annoia, la conformazione della città con strade che salgono e scendono la rendono molto caratteristica e  famigliare.
S’impara presto ad orientarsi e non si corre il rischio di perdersi. Basta prendersi qualche riferimento.
Rua Santa Catarina, elegante  è ideale per una passeggiata fra locali vari , negozi e boutiques.
I Musei da visitare sono veramente molti e pure le librerie fra le quali la storica Livraria Lello.
Nei pressi del fiume  numerosa è l’offerta di escursioni in battello o sulle tipiche barche  a fondo piatto che un tempo trasportavano le botti di porto.
Il fiume è sormontato da sei ponti ed in barca si possono vedere tutti.
Per chi ama il fado, non mancano i locali dove assistere a spettacoli dal vivo.

Che altro? Visitare Porto per me e per lei, la mia compagna di viaggio, è stato davvero piacevole e soddisfacente.


Aggiungo di non dimenticare di fare un salto alla stazione ferroviaria di  SAO BENTO che Lonely planet descrive “come una delle stazioni più belle del mondo”  . Richiede una visita anche se non c’è necessità di prendere il treno perché è davvero bella: un tuffo nel passato con l’atrio rivestito da 20.000 splendidi azulejos che raffigurano eventi  importanti della storia portoghese.



E non dimenticate neppure di entrare in qualche particolare  negozio di vendita sardine: vi troverete davanti a pareti artistiche realizzate con variegate scatolette di sardine!

E  nel caso desideriate acquistarne qualcuna sul cui coperchio è indicato il vostro anno di nascita, sappiate che la troverete.
 Il nostro programma prevedeva anche la visita di COIMBRA che dista da Porto 170 km  e che abbiamo raggiunto in treno e di cui scriverò prossimamente
Marzo 2019 - Yvonne